Omicidio Mantovani, assolto il principale indagato

Giancarlo Bresciani è stato assolto dall’accusa di omicidio di Jessica Mantovani e dall’accusa di occultamento del cadavere della donna di 37 anni trovata senza vita nei cassoni della centrale idroelettrica di Prevalle nell'estate del 2019.

L’uomo è stato invece condannato a due anni e otto mesi per sfruttamento della prostituzione, perché secondo le indagini avrebbe fatto prostituire la vittima che poi pagava con dosi di droga.

Oltre a Bresciani, era indagato un altro uomo più giovane, per cui la Procura ha chiesto e ottenuto l'archiviazione. La famiglia di Jessica Mantovani però chiede l'opposizione.

«Attendiamo le motivazioni che il giudice depositerà entro 90 giorni - spiega il legale di Giovanni Mantovani, l'avvocato Marino Colosio - Viene da dire però che allora c'è almeno un assassino che se ne va in giro libero».

Secondo gli inquirenti Jessica Mantovani, 37enne di Villanuova sul Clisi, il pomeriggio del 12 giugno del 2019 si era fatta accompagnare dal padre a casa di Bresciani con cui consumava stupefacenti.

Qualche ora più tardi la donna, utilizzando il telefono dell'amico, l'aveva richiamato chiedendogli di andarla a prendere. Quando il padre aveva raggiunto la casa di Bresciani, a Prevalle, non l'aveva trovata. «Se ne è andata da sola» ha sempre sostenuto il 53enne. L'autopsia eseguita sul corpo della 37enne aveva stabilito che sarebbe morta per le botte ricevute, aveva costole e naso rotti.

Per il pm che ha chiesto l'assoluzione del 53enne (capace di intendere e volere come ha stabilito la perizia psichiatrica disposta nel corso del processo celebrato in abbreviato) avrebbero potuto essere i postumi di una crisi epilettica. Nelle scorse settimane era stata archiviata (l'opposizione è stata respinta) la posizione di un 25enne di Prevalle indagato per concorso in omicidio.