27 Ottobre 2022, 09.25
Bagolino
Parrocchie

La Madonna di San Luca ha iniziato a «parlare»

di Marisa Viviani

Un pubblico numeroso ha seguito con molta attenzione la relazione dello studioso locale Flavio Richiedei dedicata all'icona mariana custodita nella parrocchiale di Bagolino


È stata la conferenza culturale più partecipata da molti anni a questa parte.

“La nostra Madonna di San Luca, origine e storia. Uno studio di Flavio Richiedeiâ€, svoltasi lo scorso venerdì a Bagolino, ha visto il numeroso pubblico che ha gremito la sala seguire con molta attenzione la relazione dello studioso locale Flavio Richiedei, il quale ha posto dei punti fermi sulla provenienza, la storia, il culto della Madonna di San Luca, la cui icona è stata oggetto per secoli di suggestive supposizioni e leggende più che di indagini storico- artistiche documentate.

Impossibile nello spazio ridotto di un articolo riportare il dettagliato resoconto della ricerca di Flavio Richiedei, i minuti richiami storici, artistici, dottrinali che lo studioso ha saputo dipanare dal groviglio di eventi che popolano la storia delle civiltà, dell'arte, delle religioni, individuando il filo conduttore che tutti li unisce per dare risposta alle domande finora inevase; la prima delle quali è se sia stato San Luca a dipingere l'icona, come da credenza popolare.

- Abbiamo da quattrocento anni nella nostra comunità una tavola che “non ha ancora parlatoâ€. -

Ha infatti esordito così il nostro ricercatore, proprio per sottolineare la mancanza di una approfondita analisi sull'icona, che oltre ad avere una rilevanza religiosa riveste anche un carattere civile come opera d'arte, sulla quale, ha ribadito, “Si è detto molto, si è scritto poco, si è dimostrato nullaâ€; scopo della ricerca è stato quindi individuare i capisaldi dell'indagine, incontestabili perché basati su fonti documentarie certe.

Due tavole settecentesche, fittamente scritte e poste a lato dell'altare della Madonna di San Luca fino agli anni '20 del secolo scorso, attribuite all'arciprete di Idro Giorgio Zanetti, hanno decretato la sacralità dell'icona confermandone la miracolosa provenienza ed elevandola agli onori dell'altare: “Per la tradizione adunque de' maggiori nostri si ha essere ella per mano di San Luca dipintaâ€.

Facendo riferimento a studi e documenti storici lo studioso ha iniziato la sua relazione dimostrando l'infondatezza dell'attribuzione dell'opera a San Luca Evangelista (I sec. d.C.), vigendo nel suo tempo la proibizione a rappresentare l'immagine di Dio, divieto tuttora adottato dalla religione ebraica ed islamica; impensabile quindi per i contemporanei avventurarsi nella raffigurazione del sacro, operazione oltremodo blasfema e duramente condannata; la prima rappresentazione della Madonna risalirebbe infatti al III sec. e si trova nelle catacombe cristiane di Priscilla a Roma; è soltanto nei secoli successivi che appaiono le prime icone mariane distintamente raffigurate.

Altro elemento che esclude il santo come autore del quadro, sono le iscrizioni presenti sulla tavola della Madonna di San Luca, che indicano Maria come Madre di Dio (Theotókos), attribuzione dottrinale stabilita soltanto nel V sec. con il Concilio di Efeso, prima del quale la Madonna veniva definita Madre di Cristo o Madre del Signore.

Procedendo con citazioni a svariate fonti documentarie, lo studioso ha così ipotizzato che l'opera sia di scuola veneto-cretese, formatasi dopo la caduta di Costantinopoli (1453d.c.), quando la tecnica pittorica delle icone bizantine in diffusione verso altre aree, tra cui Venezia e Creta, introduce elementi stilistici e decorativi estranei allo stile bizantino (secondo i modelli iconografici bizantini inderogabili: sfondo d'oro che codifica la maestà; colori rosso, verde, blu della regalità, umanità, trascendenza; scritte con i nomi dei rappresentati; tre stelle simbolo della verginità; Gesù benedicente).

Tali elementi innovativi (un velo trasparente sul capo in luogo della cuffia siro-palestinese dell'iconografia bizantina; una fibbia decorativa che trattiene la veste, panneggio del manto con decorazioni a stampo, aureole dei rappresentati in rilievo), e una fattura raffinata ed espressiva della Madonna e del Bambino, sono presenti infatti nell'icona della Madonna di San Luca di Bagolino, denotando l'appartenenza ad una scuola pittorica post-bizantina punto di incontro tra civiltà bizantina ed europea rinascimentale, come la scuola pittorica veneto-cretese nota a Venezia per i suoi “Madoneri di Rialtoâ€, pittori che eseguivano anche su ordinazione icone sacre molto richieste.

La presenza degli elementi iconografici, decorativi e pittorici presenti nell'icona della Madonna di San Luca di Bagolino, la fattura fine ed elegante della composizione, l'espressività della Madonna, escluderebbero una lavorazione dozzinale di madoneri seriali, ma indicherebbero piuttosto l'opera di un pittore affermato; come Nikolaos Tzafouris, che significativamente introdusse il velo sul capo della Madonna in un dipinto datato attorno al 1490, anno che segnerebbe un discrimine temporale per la datazione della nostra icona, che sarebbe quindi successiva a questa data, cioè un'opera cinquecentesca eseguita secondo il modello pittorico della scuola veneto-cretese.

Dopo aver stabilito i riferimenti temporali e la provenienza artistica dell'opera, Flavio Richiedei si è avventurato nell'altro quesito problematico, quando e come l'icona sia giunta a Bagolino, escludendo in base a quanto già riportato una relazione con i Conti di Lodron, che secondo la leggenda avrebbero portato l'icona dalla Terra Santa al ritorno dalla crociata nel XI sec., ritrovata poi dagli abitanti di Bagolino tra le macerie del loro castello, dopo averlo distrutto nel corso di una sommossa a causa delle vessazioni subite sotto la loro dominazione (1444).

Gli Statuti della Comunità di Bagolino (1473 e 1614) non fanno alcun riferimento alla presenza dell'icona nel paese, così come nell'atto di consacrazione della Chiesa di San Giorgio nel 1652; è soltanto nel 1629 che in un documento d'archivio viene menzionata l'icona della Madonna di San Luca giacente presso la Casa Comunale; lo status di icona sacra attribuitole dalla mano stessa del santo, consentirà nel 1630 il trasferimento dalla Casa Comunale alla Chiesa di San Giorgio presso l'altare della Madonna del Rosario (Archivio Storico di Bagolino, Libro degli Ordini, foglio 150 del 31 Agosto 1630); con queste citazioni si afferma così che l'icona della Madonna di San Luca era presente a Bagolino almeno dall'anno 1629.

Come l'icona sia giunta a Bagolino è un quesito che resta ancora senza risposta; Flavio Richiedei ha avanzato un'ipotesi che troverà forse conferma in indagini documentarie future, relativamente alla Battaglia di Lepanto (7 Ottobre 1571), dove nella flotta veneziana combatterono un migliaio di bresciani tra cui venti bagossi (sei condannati alle galee secondo l'Archivio Storico di Bagolino); la battaglia combattuta dalla Lega Santa contro i turchi fu vinta a costo di trentamila morti, soltanto un centinaio dei bresciani partiti tornarono a casa, e forse è tra quei reduci che potrebbe essere trovato il committente dell'icona come ex voto per essersi salvato dall'immane carneficina.

Con la sua ricerca storico-artistica-dottrinale lo studioso Flavio Richiedei ha individuato dei punti fermi avvalorati da fonti documentarie e studi meticolosi, lasciando il caso della Madonna di San Luca ancora aperto per ulteriori verifiche e approfondimenti; dopo questi studi che hanno detto molto dimostrandolo, il nostro studioso avrà ora il compito di scrivere tanto, perché la sua ricerca lasci una traccia documentaria dalla quale possano prendere avvio altri approfondimenti.

Che la Madonna di San Luca continui quindi a "parlare" ai ricercatori affinché ne svelino l'intera affascinante storia, e ai fedeli continui a infondere pace e serenità accogliendoli ancora nel suo materno mistero.

Grazie al ricercatore Flavio Richiedei per l'ottimo lavoro presentato, alla Parrocchia di San Giorgio di Bagolino e all'Ecomuseo Valle del Caffaro per l'organizzazione della serata, e grazie al numeroso pubblico che ha seguito con viva attenzione e interesse la relazione.

 
Nelle foto di Luciano Saia: L'icona della Madonna di San Luca di Bagolino e l'altare in cui l'icona è collocata


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