Lodrone, onore al Nome di Maria

Il nome di Maria credo sia il nome più celebrato, invocato, osannato dai credenti, onorato da tutti nell’imporre questo nome ai propri figli: maschi e femmine.

Oggi lunedì il Nome di Maria si celebra in tutto il mondo, con preghiere a Colei che come taumaturga può risolvere problemi che né i soldi, né i grandi politici, né i grandi sapienti  sanno affrontare.

La storia di Maria nei secoli è piena dei suoi interventi miracolosi verso i singoli fedeli, ma salvando interi popoli da guerre, pestilenze e calamità.
Forse il benessere, gli anni di pace che abbiamo vissuto in Italia, il credere che possiamo essere indipendenti, che possiamo fare tutto da soli, e ci ha fatto affievolire la devozione verso di Lei.

La chiesetta della “Madonna dell'Aiuto” si trova all'inizio di Lodrone, appena passato il ponte che delimita il confine tra Brescia e Trento è sulla sinistra con di fronte il bar “Bice”.

Il Nome di Maria si è celebrato nella chiesetta ieri con la messa solenne celebrata da don Andrea Fava che guida l'omonima unità parrocchiale.
Gli abitanti di Lodrone, per l'occasione, per la santa messa si spostano dalla chiesa “granda” dedicata alla “Annunciazione di Maria” e  numerosissimi hanno gremito la chiesetta a loro tanto cara.

Tempo stupendo che ha permesso ai numerosi fedeli di assistere alla cerimonia anche da fuori.

Presente il coro di Darzo e Lodrone diretto dal Maestro Camillo Berardi, che dei due cori una volta singoli, ne ha fatto uno comunitario molto bravo.

Purtroppo gli anni passano anche per i coristi ed ecco l'appello di don Andrea che invita a rinforzare le fila del coro e entrare a farne parte.

Un grazie va ai coniugi Anna e Fulvio Zanetti, sagrestani e ministri dell'eucarestia che con Rodolfa Carli del vicino Bar Bice ne curano il decoro e la pulizia.

La chiesa Madonna dell’Aiuto è da visitare: piccola e intima, invita alla concentrazione e al raccoglimento per chi entra.

Internamente è un piccolo gioello e risale al XVII secolo, come lo dimostrano i due altari barocchi, opera dei Boscarini di Levrange in Vallesabbia.

Probabilmente esisteva già nel 1500 una piccola cappella, poi ingrandita e fatta più bella verso il 1600.
L'immagine della Madonna dell'Aiuto sembra risalga intorno al 1500.
La sua tela subì un grave vandalismo nel 1866: fu tagliata danneggiandola gravemente e ne fu asportata una parte che poi fu recuperata in Val Vestino.
Nel restauro ci mise mano un valente artista e anche ai giorni nostri la possiamo ammirare e pregare in tutta la sua bellezza.
L'altare maggiore è recente e sulla parete in fondo in alto è collocata l'immagine della Vergine.
Sull'altare laterale di sinistra si trova il dipinto di San Giuseppe, su quello di destra un piccolo dipinto di Sant'Antonio.
Facevano arte del vecchio altare maggiore due statue di marmo di San Girolamo e San Sebastiano.

Il parroco don Giuseppe Pizzini prima della Prima guerra mondiale fece collocare la bella statua di Maria Ausiliatrice che si incontra entrando sulla sinistra e di fronte fu poi collocata la statua di San Giovanni Bosco, che per ricordare la sua grande opera salesiana di educatore dei fanciulli tiene per mano un ragazzo.

In concomitanza della festa della celebrazione del Nome di Maria, nella vicina Ponte Caffaro, lungo la strada nazionale si svolgeva “la fera dei palpacui”, nome attribuito dalla ressa della gente una volta ammassata come le sardine.

Ma per ora non mischiamo il sacro con il profano: di questo ne parliamo nel prossimo articolo con una storia incredibile per i giorni nostri.

Nel video allegato breve storia della chiesa e immagini della Santa Messa di domenica 11 settembre, celebrata da don Andrea Fava.



Nelle foto di Attilio Zontini:
la corale di Darzo e Lodrone diretta dal maestro Camillo Berardi
il celebrante don Andrea Fava
esterno chiesa Madonna dell'Aiuto
interno chiesa


Questo e altri video, con maggior risoluzione, su VallesabbianewsTV

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