Il giorno del silenzio

Il giorno dopo ti togli le mani dai capelli e ti chiedi il perch�. E se non lo trovi che fai? Te ne stai zitto.
Saranno celebrati luned� pomeriggio alle tre e mezza nella Parrocchiale vobarnese i funerali di Patrizia Pelizzari, la ragazzina di undici anni scomparsa tragicamente venerd� nel primo pomeriggio, schiacciata da una betoniera che ripartiva dopo essersi fermata al semaforo di via Migliorini, l’unico che a Vobarno interrompe il via vai di auto e di camion sulla trafficatissima Provinciale VI di Fondovalle.

Ed � questo, il traffico obbligato e continuo a causa della cronica assenza dell’alternativa che si chiama Variante, anche l’unico motivo di rammarico per quanti si interrogano sul perch� di questa disgrazia.
Altro non c’�. Erano le tre del pomeriggio e Patrizia stava andando in compagnia di un amico verso la biblioteca. Da una parte la casa, a duecento metri scarsi, dall’altra la biblioteca e in mezzo quella strada che � quella di sempre, che l’attraversi tutti i santi giorni e che conosci benissimo.
Ti ripeti e poi ancora la sequenza a mente e ti richiedi un’altra volta come era possibile evitare la disgrazia e la risposta proprio non la trovi.
Anche le indagini sulla dinamica dell’incidente non aiutano perch� di sostanziali novit�, rispetto al giorno prima, non ne sono emerse.

Resta dunque solo il silenzio: “Difficile elaborare il lutto per una perdita cos� tragica in poche ore, ci vuole tempo per i ragazzini, ce ne vuole per gli adulti” ci dice Massimo Baruzzi, lo psicologo che ieri � entrato nella Prima B alle medie di Vobarno per cercare di aiutare i compagni di Patrizia ad accettare quel banco vuoto, perch� almeno ne parlassero un po’ che � gi� un sano inizio.
Un intervento concordato gi� il giorno precedente con la dirigente scolastica Itala Cabrini e con gli insegnanti, nelle ore immediatamente successive all’incidente.
“Il problema � proprio il fatto che � difficile dare la colpa a qualcuno o a qualche cosa per quello che � successo � aggiunge l’esperto -. Il potersela prendere con altri risolve ben poco lo sappiamo, ma almeno aiuta a scaricare i sensi di colpa”.

Cos� invece il dolore rimane muto e sordo, e non sai a che appigliarti, non sai come sfogare quel senso di inadeguatezza che ti attanaglia da dentro.
Resta di ricordare Patrizia cos� com’era, serena in oratorio come la ricorda don Mario, partecipe e matura come la descrivono i professori.
“Patri sar� nei nostri cuori X SMP” hanno scritto su un grande cartellone i ragazzini delle medie, firmando tutti quanti, loro che sono pi� di duecento e gli insegnanti.

La salma della sfortunata ragazzina ha fatto ritorno a Vobarno ieri pomeriggio, partendo dall’obitorio dell’ospedale di Gavardo, e da subito il paese intero ha iniziato a riversarsi in fondo a via Migliavacca, nella casa dei Pelizzari dove � stata allestita la camera ardente. Anche l� c’era poco da dire osservando la bara chiusa immersa nei fiori. Di fronte al dolore composto di pap� Gian Paolo e di mamma Giuditta, di fronte alla maschera funerea delle sorelle Claudia e Federica, c’era poco da dire. E nessuno infatti riusciva a dire niente.

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