Non solo lago

Un piccolo gioiello che si affaccia sull’Eridio, questo è l’abitato di Anfo.
Deve la sua popolarità, almeno in campo turistico, all’amenità e alla tranquillità che si respira sulle sue spiagge, ma anche e soprattutto all’offerta ricettiva garantita dalla presenza sul territorio dell’omonima Rocca, la più grande fra quelle italiane delle fortificazioni napoleoniche.

Una struttura che sta conoscendo una stagione di rilancio ponendosi al centro della variegata offerta turistica non solo sul lago, ma anche per il resto della Valle Sabbia.

Ma Anfo non è solo lago e non è solo storia.
E’ sufficiente inerpicarsi per alcuni chilometri nell’impluvio del torrente Re per riscoprire abbondante il predominio della natura.
Questo grazie all’oasi di protezione ambientale del Baremone, un’area naturale di particolare interesse floristico e faunistico, che si occupa della salvaguardia della biodiversità.

Sono sei in provincia di Brescia le oasi di questo tipo e quella del Baremone è la più ampia in termini di estensione: interessa parte dei comuni di Pertica Bassa, Collio, Anfo, Lavenone e Bagolino.
E’ anche quella che ha mantenuto più delle altre il suo assetto naturale, dove la fauna tipica di questi luoghi trova l’habitat giusto per la riproduzione.

Peculiarità grazie alle quali vengono promossi ed effettuati significativi monitoraggi su alcune specie di fauna stanziale. In quest’area, dove riescono a sopravvivere specie di interesse comunitario, è interdetta qualsiasi forma di caccia.

Fra gli uccelli troviamo il Falco Pecchiaiolo, il Nibbio Bruno, l’Aquila Reale, il Francolino di Monte, la Pernice Bianca Alpina, il Gallo Cedrone, il Forcello, il Gufo Reale, la Civetta Nana e quella Caporosso, il Picchio Nero e l’Averla Piccola.

Quassù trovano rifugio gli ungulati come lo sono il Capriolo, il Cervo ed il Camoscio. All’interno dell’Oasi Baremone vi sono tre valichi montani su uno dei quali al Passo della Berga è stata istituita una stazione di inanellamento a scopo scientifico.

Particolarmente interessante è l’arena di canto del Gallo Forcello (Fagiano di Monte), che ancora resiste in prossimità del Passo della Spina.

L’oasi del Baremone, che si sviluppa fino ai 1450 metri dell’omonimo Passo che permette poi su uno sterrato di raggiungere il Maniva, soprattutto d’estate, è meta di appassionati che praticano trekking o cicloturismo e che possono approfittare di una fitta rete di sentieri e della presenza logistica del “Rifugio Rosa”, dove a farla da padrone sono la gentilezza e la ricca gastronomia locale.

Da qui è facile raggiungere Cima Meghè sulle Piccole Dolomiti, oppure il forte di Cima Ora, ed apprezzare paesaggi mozzafiato.