03 Agosto 2022, 09.33
Idro Valsabbia Val del Chiese
Ambiente

Le associazioni per il Chiese e l'Eridio in commissione provinciale

di redazione

In Terza commissione, nell’incontro di martedì, si è parlato della situazione del fiume Chiese e del Lago d’Idro con l’audizione dei rappresentanti della Federazione delle associazioni che operano in difesa del corso e dello specchio d’acqua


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Il presidente della federazione, ha rammentato come primo aspetto che sin dal  2020, sono ben 26 i gruppi, che composti da persone innamorate della cultura e dell’ambiente del Chiese e del Lago d’Idro, si battono per la salvaguardia dell’ambiente.
 
«Sebbene, il no alla concessione di ulteriori quantità d’acqua espresso dalla governo provinciale a favore dell’agricoltura della pianura lombarda che, continua ad andare avanti con i dispendiosi sistemi di irrigazione di 100 anni fa, sia stata una mossa apprezzata, non la riteniamo sufficiente» commenta il presidente Bordiga.
 
«La vittima di questa situazione, è il Lago d’Idro, ma i cittadini hanno alzato la testa e per questo la Provincia deve continuare ad agire sulla Regione Lombardia perché si imponga un bilancio idrico e il deflusso ecologico, facendo pressioni per l’ammodernamento dei sistemi di irrigazione di ben 21 mila ettari coltivati a mais che vengono trinciati e usati per alimentare i maiali, che ormai sono più numerosi degli umani, e come biomassa».
 
«La Federazione» prosegue Bordiga, ha promosso un’impugnativa contro la Conferenza dei servizi che ha dato il via libera alla decisione del commissario straordinario della depurazione del Garda, nominato dal Governo, di realizzare a Gavardo e Montichiari due mega depuratori per la sponda bresciana del Garda. Un intervento pericoloso e dal costo esorbitante».
 
Un tema ricorrente e sempre attuale, considerato che sulla base di uno studio promosso dalle Federazione stessa, invece di sostenere costi elevati per il sistema di pompaggio, trasporto e depurazione oltre che di costruzione del nuovo impianto, sarebbe più efficiente ed economico ristrutturare il depuratore di Peschiera che da tempo non funziona perché «gestito male» afferma la Federazione.  
Inoltre, una critica mossa nei confronti della scelta di usare il fiume Chiese è la palese dimostrazione che un lavoro di tale peso costituirebbe uno sforzo enorme per il Fiume, già provatissimo in stagioni di scarse precipitazioni come quella attuale.
 
Su questo tema, e su quello dello sfruttamento esasperato delle risorse idriche trentine e dell’Eridio, il presidente del gruppo di associazioni ha chiesto l’appoggio della Provincia nella difesa del bacino del Chiese perché venga invertita la rotta mettendo la tutela dell’ambiente al primo posto. Una tutela che va però estesa dall’Adamello alle foci del fiume.
 
A convenire con il presidente Bordiga e con le idee e proposte della Federazione i rappresentanti sia di Europa Verde che Lega, ma anche di M5S, che hanno espresso appoggio alle battaglie della Federazione, nonché necessità di intervenire in difesa dell’ecosistema e della fauna anche modernizzando i sistemi irrigui della pianura. 
 
Interessante anche l’intervento di Marini, M5S «Oggi il biotopo del Lago d’Idro, , è secco e quindi la Pat dovrebbe fare qualcosa di più: prima di tutto esigere da Aipo (l’Agenzia interregionale per il Po) il rispetto della legge e le direttive Comunitarie, come la habitat che c’è da 29 anni».
 
Concorde anche l’assessore all’agricoltura e ambiente, Zanotelli, che ringraziando le associazioni ricorda: «Il Trentino non può supplire alla sete dell’agricoltura della Pianura Padana. Sete aggravata da una situazione climatica che sta sotto gli occhi di tutti, ma che richiede un deciso cambio di rotta. Cioè, investimenti, come ha fatto il Trentino, sui sistemi di irrigazioni moderni; la necessità di passare dai canali alla goccia. E questo cambio di rotta, può essere favorito proprio dalla crisi che stiamo vivendo».
 
«Infatti, Regione Lombardia non può pensare ad andare avanti con sistemi di irrigazioni obsoleti mentre il Trentino ha fatto passi avanti con l’irrigazione a goccia e la creazione di bacini. Perché l’acqua, ha sottolineato, non può essere sprecata. Ci sono i fondi Pnrr che in Trentino che si stanno usando e che anche le altre regioni dovranno utilizzare».


Foto di Gianpaolo Capelli
 
 



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