23 Luglio 2022, 06.41
Ambiente

Rischio incendio

di Val.

Preoccupa in Valle Sabbia la mancanza d'acqua negli invasi. Mozzi: «Non accendete fiamme libere, il rischio è elevato». Se va avanti così ad agosto la situazione si farà difficile


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Circa 200 volontari suddivisi in 19 squadre. Questa è la forza dell’antincendio boschivo della Valle Sabbia.
Personale, gestito direttamente dalla Comunità montana e più precisamente dal funzionario istruttore dott. Marco Mozzi, tecnico forestale, che negli anni si è altamente specializzato.
Ultimo e più recente “step” il corso per capisquadra concluso da poco.

«La situazione in valle? Se il meteo non dovesse darci tregua anche nelle prossime settimane, rischiamo un agosto denso di preoccupazioni – ci ha detto Mozzi -. Per ora il gran caldo, almeno a livello boschivo, sembra soprattutto aver anticipato la maturazione delle essenze, ma andando avanti così davvero basterà poco per provocare incendi anche di vaste dimensioni».

A preoccupare soprattutto la mancanza di acqua che rischia di inficiare l’efficacia degli interventi sulle fiamme, che devono essere sì veloci, ma anche “bagnati”.
In sofferenza sarebbero già da qualche tempo gli invasi, vale a dire pozze e torrenti, ma anche acquedotti, che sono le normali fonti di approvvigionamento idrico sul territorio.

«Bisogna davvero stare attenti a non accendere fiamme libere in prossimità di boschi e campi con erba secca» è l’appello del funzionario.
Ci vuole davvero poco.

Nei giorni scorsi a Serle è stato sufficiente provare ad incendiare un nido di calabroni infilato in un muretto a secco, per provocare un incendio che ha fatto cenere e fumo di un capanno di caccia, di un prato e di un pezzetto di bosco: fiamme poi controllate da volontari e Vigili del fuoco.

Così un paio di giorni fa a fianco della Provinciale 79 in territorio di Agnosine, dove probabilmente ad innescare l’incendio di un prato è stato un mozzicone di sigaretta.





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