Centrale dello spaccio

È finita decisamente male la serata di violenze in famiglia. Episodio capitato a Gavardo questo giovedì sera.
Era ora di cena quando una bambina di otto anni ha chiamato i soccorsi: «Aiutatemi, lui sta picchiando la mia mamma» il grido al telefono della bimba, che dava poi informazioni su dove stava succedendo il fattaccio.

Sul posto intervenivano prontamente un paio di pattuglie di agenti della Locale della Valle Sabbia, ma l’episodio di violenza si era già concluso. Per strada trovano la donna con visibili ecchimosi sul volto e sulle braccia, in compagnia della figlia.
La donna però in un primo momento nega di essere stata picchiata, poi afferma addirittura di essere stata lei a mettere le mani addosso al suo compagno.

Gli agenti si dirigono allora verso l’appartamento dove la coppia vive anche con un altro bimbo di 3 anni. Sull’uscio trovano l’uomo che dice che la bimba si è inventata tutto, che non era successo niente. Lo trovano però piuttosto agitato e dall’appartamento gli agenti sentono uscire un forte odore di marijuana.
Decidono dunque per la perquisizione, ma l’uomo sbarra loro la strada: «Non potete, qui è privato».

Una reticenza che rende tutto ancora più sospetto, ma ci vogliono tre quarti d’ora di discussione animata e l’intervento di un avvocato per convincere l’uomo a farli entrare senza dover utilizzare la forza.

Nell’armadio della camera da letto la sorpresa: tre chilogrammi di canapa, materiali per pesarla a puntino e per confezionare dosi da spacciare, più 11.460 euro suddivisi in mazzette di piccolo taglio ben sistemate in una scatola.
La perquisizione prosegue poi nel box auto a disposizione della coppia e qui gli agenti trovano altri due chilogrammi di “maria” 68 di hashish e 24 di cocaina.
Una vera e propria centrale dello spaccio, insomma.

I bimbi vengono momentaneamente affidati ad alcuni familiari e i due vengono arrestati e finiscono in cella nella centrale della Locale di Brescia, in attesa del processo per direttissima che è stato celebrato ieri mattina.

Il giudice per l’occasione ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere: lui a Canton Mombello, lei a Verziano.
Della situazione dei due fratellini è stata interessata la Procura dei minori.