Scuola, vaccini, bullismo

So che è stato già detto in lungo e in largo: la gestione dei nostri ragazzi durante questa pandemia è stata a dir poco mortificante e discriminante. Non apro il capitolo DAD perché se ne è parlato fin troppo ampiamente. Quello che riporto io è la mia esperienza post-DAD e post vaccino qui in Valle, fermo restando che non intendo aprire dibattiti su come gestire una pandemia, ne' giustificare posizioni estreme. Ma vorrei che fosse tutelato il diritto allo studio di tutti i ragazzi, soprattutto i minorenni, e tal proposito sarebbe bello ottenere una risposta da parte degli operatori del settore.

Autunno: in una scuola media alcuni professori chiedono, per alzata di mano, quali dei loro studenti fossero vaccinati Covid e quali no. Lo chiedono a minorenni che non hanno potere decisionale a riguardo. La domanda andava posta ai genitori, se davvero era importante (ma al momento la vaccinazione anti-covid non è tra quelle obbligatorie per accedere alla scuola, quindi non ho mai capito bene il senso di questa domanda). Con questo atteggiamento poco professionale hanno esposto a facili bullismi gli alunni non vaccinati. Non a caso a inizio anno scolastico è stata proposta dall'associazione Younite una campagna proprio per evitare queste situazioni (allego manifesto). Ma andiamo avanti.

Nella stessa scuola media, un paio di mesi fa una professoressa contrae il Covid come migliaia di persone. Pare che al suo rientro abbia incolpato gli studenti per la sua infezione, accusandoli di avergliela trasmessa e intimandoli a non abbassare mai la mascherina dal volto. Ma è stato ormai dimostrato che non è possibile risalire con esattezza a dove e quando avvenga una infezione da Covid. Che cosa voleva trasmettere questa signora ai ragazzi? Un educatore è tenuto ad accogliere tutti i suoi studenti e accrescere la loro stima di se stessi. Farli sentire colpevoli per la propria malattia va contro questi principi. Ma andiamo avanti.

L'anno è proseguito a suon di note per chi non portava la mascherina "In modo corretto". Il che, in un'ottica di insegnamento del rispetto delle regole, ci può anche stare. Tuttavia da alcuni mesi questo è un provvedimento molto dibattuto anche tra gli scienziati in quanto durante le lezioni non si crea assembramento. Un po' di elasticità e buon senso avrebbe giovato, soprattutto considerando il fatto che ci sono ambiti ludico-ricreativi di gran lunga meno importanti della scuola in cui la mascherina non è richiesta... che messaggio vogliamo trasmettere? Ma andiamo avanti.

Un istituto superiore, una mamma mi racconta disperata che il figlio intende abbandonare gli studi. Non essendo vaccinato ha delle grosse difficoltà a recarsi a scuola per le lezioni, la Dad gli è negata, viene preso in giro dai compagni, i professori gli intimano di continuo di non abbassare assolutamente la mascherina "Vista la sua condizione". Gli viene detto che quelli come lui e i suoi genitori dovrebbero venire isolati dalla società. L'anno prossimo il ragazzo cambierà scuola. Devo andare avanti?

Ne ho viste e sentite tante nell'ultimo anno. Non voglio dibattere qui sull'importanza del vaccino, ma sarebbe bello che l'anno prossimo ragazzini minorenni non vengano coinvolti in certe dinamiche. Motivo per il quale preferisco scegliere l'anonimato. Grazie a chi mi darà delucidazioni su questi atteggiamenti tenuti da numerosi docenti in Valle Sabbia.

Lettera firmata

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