In quella chiesa avrebbero dovuto sposarsi

«Tieni sempre accesa l’antenna del tuo cuore
per cogliere i segnali che arrivano dal mio
le vibrazioni che trasmette
cosicché quando ti chiamerò
ti cercherò
quando griderò al cielo in mio amore per te
tu possa ascoltarmi
tu possa chiamarmi
cercarmi
gridare al cielo il tuo amore per me
urlare al vento la tua passione per me».

Poi ha aggiunto: «Quel giorno disgraziato non potrà mai cancellare che sono stato amato da una donna fantastica».
Così Andrea Rizzi ieri in chiesa, la parrocchiale che Vestone dedica alla Visitazione di Maria, la stessa che ai primi di luglio avrebbe dovuto accogliere il loro matrimonio.

Ieri invece c’erano lui in lacrime e lei racchiusa senza soluzione in una bara di legno chiaro.
Sono stati celebrati ieri pomeriggio i funerali di Barbara De Donatis, la 29enne di Vestone morta in un incidente stradale avvenuto domenica pomeriggio nei pressi del lago di Molveno.

Una scivolata causa temporale che avrebbe dovuto essere innocua, se un tragico destino non ci avesse messo lo zampino: lui non si è fatto nulla, lei dopo aver oltrepassato il guard-rail è precipitata in un dirupo e ha perso la vita.

«Quando perdiamo una persona ci sentiamo mancare, non possiamo frenare le lacrime – ha detto il parroco don Bernardo, che ha celebrato le esequie insieme a don Tiziano -. Non dobbiamo però perdere la speranza, perché sappiamo nelle mani di chi abbiamo lasciato Barbara, quelle del Signore, che nella sua casa le permetterà giovinezza perenne».

Poi, nel tempio che non riusciva a contenere tutto il cordoglio, hanno preso la parola anche un’amica e i colleghi di lavoro del servizio di Riabilitazione dei Villa Barbarano: «Eri entusiasta della vita, fonte di confronto, voce dei pazienti, continuo stimolo alla crescita di tutti. Con te non si poteva perdere il ritmo, continua a punzecchiarci anche da lassù».

Toccante il momento del commiato, quando la bara è stata caricata sul carro funebre, pronta per raggiungere il tempio crematorio, quando per volere della famiglia la straordinaria voce di Valentina Zanaglio ha intonato, accompagnata alla pianola, “Ovunque sarai”, la canzone portata a Sanremo da Irama, scritta in occasione della morte della nonna:
Se sarai vento, canterai
se sarai acqua, brillerai
se sarai ciò che sarò
e se sarai tempo, ti aspetterò
per sempre».