«Avevamo ragione»

Con la presente lettera intendiamo evidenziare alcuni aspetti relativi alla pesante polemica che, ancora una volta, marca una profonda frattura istituzionale a livello bresciano in merito alla questione del mega collettore del Garda.

Una frattura che a seguito di silenzi, incomprensioni e inadeguatezze abbastanza evidenti da parte di chi, a livello istituzionale si è trovato a dover gestire la situazione, in tutto o in parte, è ancora più profonda, arrivando addirittura ad accuse esplicite di “malafede” che certo non passano inosservate nemmeno al più disattento osservatore.
Siamo certi però del fatto che alcuni elementi importanti, una volta che si saranno “calmate le acque”, emergeranno con la loro evidente ed indiscutibile chiarezza.

Il primo, il più importante elemento in assoluto è che Acque Bresciane, il Presidente della Provincia e il Consigliere al Ciclo Idrico dicono che noi avevamo ragione.
La verità emerge sempre!!
Infatti la condotta si deve eliminare per accordi politici pregressi risalenti al 2017 e anche antecedenti, come confermato altresì dall'Assessore Foroni di Regione Lombardia in occasione del nostro incontro proprio in Regione in data 18/11/2021 e, altro punto indiscutibile è che l'inizio dei lavori sul veronese non permette più di riconsiderare l'ipotesi di mantenere le condotte sotto il lago con recapito a Peschiera del Garda utilizzando l’attuale percorso delle condotte.
Ancora una volta si conferma che NOI avevamo ragione, anche se qualcuno insiste con il dire che non è così.

La montagna di frottole della "bomba ecologica” ripetuta come un disco rotto dagli amministratori gardesani e dall’on. Gelmini e che è stata utilizzata quale pretesto per motivare l’urgenza della nomina del Commissario semplicemente NON ESISTE!
Appare evidente che la condotta vada sostituita per gli accordi politici presi sul progetto presentato da Garda Uno e dal suo Presidente Mario Bocchio COME AFFERMIAMO DA ALMENO 4 ANNI.
La colpa dell’attuale situazione ha quindi nomi e cognomi ben evidenti, anche se si tenta di nascondere le innegabili responsabilità, in quanto le loro firme sono apposte sulla Convenzione Operativa.

Ancora una volta si conferma che la visione a lungo termine che ci aveva portato due anni fa ad essere l’UNICA VOCE! che si alzò per chiedere di sospendere l'iter del progetto veronese era più che corretta e motivata.
Ribadiamo con forza che avevamo ragione da vendere e ora che il progetto veronese è partito non si può tornare indietro! Anche in questo caso, l’inerzia politica, la sua ignavia e quella delle istituzioni bresciane sono più che evidenti.
D'altronde, se un Presidente della Provincia commissariato “de facto” non riesce a farsi ricevere dal ministro Cingolani c’è ben poco da sperare!.”

Spiace anche rimarcare la responsabilità di alcune associazioni ambientaliste che, oltre a non aver voluto condividere con noi un appello allo stop dei lavori sulla sponda veronese (che oggi più che mai, appariva assolutamente motivato e necessario) hanno addirittura asserito in più occasioni che i lavori veronesi non avrebbero avuto alcuna influenza sulla sponda bresciana.
Sono gli stessi che ancora oggi sostengono che è possibile andare a Peschiera del Garda semplicemente posizionando tre tubi sotto il lago.

Appare ormai totalmente evidente che esistono solo due soluzioni alternative come evidenziamo da sempre!

La prima a rispetto delle mozioni Sarnico e Almici che prevedono la localizzazione di un unico depuratore nel basso lago e scarico nel fiume Mincio o nei canali artificiali ad uso agricolo e la seconda, sempre più difficile per via dei lavori veronesi, attraverso una circumlacuale bresciana con recapito a Peschiera del Garda.

Nella gestione della vicenda imputiamo maggiore responsabilità politica in capo al Presidente della Provincia Samuele Alghisi, piuttosto che all’Ente gestore Acque Bresciane, in quanto riteniamo che da sempre nella questione mega depuratore del Garda, si muova a livello istituzionale “come un elefante in una cristalleria.”
Ci rammarichiamo e ci stupiamo della Sua mancata giustificazione in merito ai motivi che hanno portato a tenere per oltre 20 giorni la legittima richiesta dei Sindaci FERMA negli uffici provinciali e a questo proposito ci stupisce il silenzio di tutto il Consiglio Provinciale.

“Davvero è tutto nella norma?”
Sottolineiamo che è lo stesso Presidente della Provincia che non ci riceve dopo aver chiesto e ri-sollecitato un incontro da più di un mese.
Sottolineiamo che nemmeno il nuovo Commissario Straordinario, la nuova Prefetta di Brescia dott.sa Mariarosaria Laganà, ci ha ricevuto, forse è in difficoltà nel rispondere alle domande che Le abbiamo anticipato?

Vogliamo anche stigmatizzare un altro aspetto legato alle dichiarazioni rilasciate da parte dei rappresentanti di enti pubblici e aziende che sono, per ora, ancora pubbliche. Rendere disponibili e pubblici gli atti di una società pubblica che si sostiene con soldi dei cittadini, cioè soldi pubblici, è un DOVERE e non una “gentile concessione” come si vuol far credere per placare le polemiche, si chiama TRASPARENZA e dovrebbe essere, prima che un obbligo di legge, un dovere MORALE!

Questo modus operandi conferma come sia distorta la visione del ruolo che certi personaggi hanno del loro incarico PUBBLICO.
Alla luce di quanto avvenuto, oltre a condividere in toto il pensiero dei Sindaci comunichiamo che abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con il Consigliere al Ciclo Idrico Marco Apostoli, a cui chiederemo spiegazioni per quanto accaduto oltre ad altre importanti questioni.

I Comitati:
GAIA GAVARDO – ING. FILIPPO GRUMI
VISANO RESPIRA - ING. STEFANO GUARISCO
LA ROCCIA – ROBERTA CALDERA
MAMME DEL GARDA – PAOLA POLLINI

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