31 Marzo 2022, 09.19
Eco del Perlasca

La «forcella»

di Malaika Abbas

Il lavoro elaborato dagli studenti della scuola superiore di Vobarno finisce per vincere un premio nazionale: viene scelta la moka come simbolo anti camorra


Nell'anno scolastico 2021-2022, “Annalisa Durante. La forza rigeneratrice della memoria” è stato un concorso per gli studenti delle scuole superiori in memoria di questa giovane ragazza che fu vittima della mafia napoletana il 27 Marzo 2004.
A questo progetto al quale hanno partecipato 5000 studenti appartenenti a settanta scuole di quindici regioni italiane, i 95 studenti del Perlasca ne sono usciti vittoriosi.

Il progetto, proposto dalla scuola, è stato elaborato durante i mesi di ottobre e novembre dagli studenti di quinta frequentanti il settore meccanico, grafico ed elettronico, guidati dai docenti Nunzia Auriemma, Dalia Elena e Andrea Magliarditi.

Tra le centoquattordici opere artistiche e letterarie è stato scelto l'elaborato artistico del Perlasca: la “moka”, un oggetto di quotidiano uso che rappresenta ora un simbolo anti camorra.
La forcella, divisa in due parti, è costituita da un erogatore realizzato con tornio e fresa, circolare internamente ed ottagonale esternamente, e poi da un pressore realizzato con una stampante 3D.

Due forcelle incrociate sopra il pressore ricordano la vecchia forcella della bicicletta macchiata del sangue della giovane ragazza uccisa per mano della camorra. Questa forcella mantiene in vita la memoria di Annalisa, uccisa all'etĂ  di 14 anni nella contrada che porta il suo nome, durante un conflitto armato tra due clan nel marzo 2004.

Il 19 febbraio, alle ore 21, c’è stata la cerimonia di premiazione della Seconda Edizione del Premio Nazionale Annalisa Durante "PER ANNALISA”.
Insieme a Giovanni Durante, il presidente Giuseppe Perna e don Tonino Palmese, sono stati premiati i vincitori delle varie categorie, tra le quali il Perlasca è stato scelto per arte e cultura.
Il premio per i partecipanti è stato consegnato il 27 febbraio ed è costituito sia dal libro “La sedia vuota”, sia da un corso gratuito online riguardante la lingua Inglese.

Il significato del progetto perderebbe di valore se non si tenesse conto che i partecipanti hanno imparato dalla loro esperienza, avendo avuto un ruolo principale nell’elaborazione del progetto.
Dopo aver parlato con gli insegnati e in particolar modo con gli studenti coinvolti, si nota l'impatto che questo progetto ha avuto su di loro e come esso rimarrĂ  sempre nei loro cuori e come possa essere un contributo alla lotta alla camorra.

Ecco a voi la testimonianza di alcuni studenti:

Giulia Gidinelli: “Con questo progetto ho avuto modo di conoscere la vita della ragazza più a fondo, ed è stato molto toccante specialmente dopo aver visto il luogo dell'accaduto, che mi ricorderò per tutta la vita”.

Laura Vivenzi: “Grazie a questo progetto ho avuto una nuova visione di Napoli, un'esperienza indimenticabile. Oltre a togliere gli stereotipi contro la città, questa esperienza mi ha fatto notare il volto positivo che non viene molto trasmesso".

Andrea Orandi: “Una possibilità per andare a Napoli e rappresentare la scuola che mi ricorderò per sempre. I giorni trascorsi a Napoli mi hanno fatto notare la bellezza della città dal punto di vista storico, e come, per colpa di alcuni, di questa città si conosca solo il lato negativo. Spero che il nostro contributo serva per un futuro migliore”.

Nicola Dolci: “Napoli mi ha stupito, di solito si sentono cose negative sulla città, ma, visitandola, ho notato la realtà di cui spesso non si parla e la bontà della gente. Oltre al progetto ho preso atto della bontà dei napoletani verso gli altri”.

Giulia Vassallo: “Il progetto mi ha colpito fin dall'inizio, a partire dalla progettazione alla quale abbiamo partecipato attraverso lo studio della termodinamica fino ad arrivare alla visita della città, che mi ha aiutato a togliere pregiudizi che noi tutti abbiamo a riguardo”.

Matteo Razzini:
“Grazie al progetto e a quello che i professori ci hanno messo a disposizione, sono riuscito a capire come funziona Napoli, togliere la paura e i pregiudizi iniziali e percepire i buoni sentimenti degli abitanti della città”.

Nicol Savi: “Grazie al progetto forcella, sono riuscita a notare il miglioramento della città. Diciamo che è non organizzata al meglio, però se ne notano i cambiamenti e, visitandola, mi sono trovata molto bene”.

Valentina Brida: “Sono partita avendo dei pregiudizi iniziali sulla città, ma visitandola sono riuscita a toglierli. Si nota come la gente sia disponibile nonostante la vita non sia delle migliori”.

Riccardo Franzoni: “In questo progetto mi sono occupato della designazione e realizzazione del pezzo, proponendolo agli studenti di grafica. Per quanto riguarda Napoli, la pensavo più incivile, ma, visitandola, mi sono accorto del miglioramento. Comunque, si vede una città ancora divisa, ad esempio verso le zone della Forcella; però verso il mare è più tranquilla”.

Giovanni Ferraro: “Ho partecipato alla progettazione e alla realizzazione dei due pezzi. Per quanto riguarda Napoli mi è familiare, ma visitandola mi ha colpito il miglioramento e il buon impatto delle associazioni di volontariato come quella dedicata ad Annalisa Durante”.

Malaika Abbas




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