«E'stato uno degli eventi più emozionanti a cui abbia partecipato»

Emozionante per svariate ragioni, a cominciare dal fatto che ci trovavamo in quelli che sono stati anche i miei luoghi, gli stessi corridoi e aule in cui ho trascorso buona parte della mia adolescenza. 
E poi, emozionante perché ho potuto parlare del “backstage” del libro; normalmente, infatti, mi trovo a presentarlo per incuriosire il pubblico e invogliare a leggerlo. Stavolta, invece, i ragazzi che avevo davanti l'avevano già letto e per questo si è rivelata un'occasione per rendere l'incontro molto intimo.

Di intimità si è parlato parecchio: di come pubblicare un libro sia, a tutti gli effetti, rendere pubblico qualcosa di intimo e personalissimo e darlo letteralmente in pasto agli altri. I ragazzi hanno partecipato attivamente con tante domande, alcune delle quali hanno messo in luce delle personalità curiose, attente e interessanti.

Tra i tanti argomenti, si è parlato di relazioni tra pari, del non sentirsi sbagliati se le proprie aspirazioni non sono le stesse degli amici o dei compagni di classe; e poi ancora di relazioni di coppia e di quanto non esista (per fortuna!) un'universalità di comportamenti, gusti e desideri.

Trovare la propria voce è stato uno spunto interessante in quanto abbiamo approfondito l'importanza del riconoscersi unici nel confronto con l'altro, accogliere la molteplicità di “uno” da cui siamo abitati, dare un nome ai propri sogni, e di conseguenza trovare un proprio metodo per esprimersi, per far sentire, finalmente, quel che si ha da dire.

Ne è uscito che Uno può parlare lingue differenti in base all'età, al contesto sociale e storico in cui vivono i lettori e, in qualità di autrice, non posso far altro che gioirne a più non posso.
Concludo ringraziando ancora il prof. Ghidinelli, per avermi invitato in aula, e soprattutto i suoi ragazzi, per la meravigliosa occasione.

Giulia Cosi

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