La notte della Stella

Anche quest’anno la pandemia da Covid-19 sta mettendo a repentaglio la tradizione del Canto della Stella.

Contrariamente allo scorso anno non ci sono limitazioni specifiche (coprifuoco alle 22 come era l’anno scorso), se non quelle dettate dal mantenere un distanziamento, ma la situazione sanitaria non è delle migliori per ritrovarsi in gruppo a cantare.

Così alcuni gruppi di cantori hanno deciso di soprassedere, altri si esibiranno ma in forma ridotta, giusto per non perdere la tradizione.
Una tradizione che in Valle Sabbia è tuttora radicata, con gruppi di paese o addirittura di frazione.

La tradizione prevede che la sera del 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, un gruppo di cantori passi per il paese, di contrada in contrada, ad annunciare con uno specifico canto l’arrivo dei Re Magi alla grotta di Betlemme.

Un’usanza che gli storici fanno risalire alla metà del Cinquecento, nel periodo della Controriforma, nata per volontà della Chiesa cattolica per contrastare l’avanzata della Riforma protestante che aveva messo in discussione il culto dei Santi, e fra questi, anche quello dei Re Magi.
Un tempo era diffusa per tutto l’arco alpino, ma solo in Valsabbia e in pochi altri posti è ancora attuale.  

Anche quest’anno la rassegna “La Dodicesima Notte”, promossa dall’associazione Choros, che negli anni passati ha consentito di rilanciare a questa peculiare tradizione valsabbina, è stata annullata. Sarà, però, proposto un filmato relativo a un’edizione di qualche anno fa questo giovedì 6 gennaio, alle 20.30, su Teletutto (Canale 12).