Il ginocchio valgo (o ginocchia a X) e come correggerlo

Che cos’è il ginocchio valgo?
Il ginocchio valgo, conosciuto più comunemente come “ginocchia ad X”. è una deformità anatomica degli arti inferiori e si manifesta come un disallineamento di femore e tibia, tale per cui le due ginocchia puntano l’una verso l’altra, determinando un’angolazione di femore e tibia orientali in modo anomalo.

Quali sono le cause e i sintomi del ginocchio valgo?

Le cause che determinano il ginocchio valgo sono svariate. Fra queste le più comuni sono:
● La giovanissima età: in questo caso la deformità passa spesso spontaneamente con la crescita e/o con l’utilizzo di plantari mirati
● Rachitismo
● Alcuni disturbi neurologici
● Fratture mal consolidate del femore
● Gonartrosi
● Infezioni ossee
● Gravi infortuni alle ginocchia
● Alcune forme di displasia scheletrica

Le forme più lievi sono asintomatiche e talvolta rappresentano per qualcuno solo un problema estetico. Invece, le forme più gravi possono essere responsabili di eventi dolorosi e complicanze che arrivano ad interessare i legamenti del ginocchio ed il menisco laterale.

Come viene diagnosticato? Quali sono i trattamenti consigliati?

La prima diagnosi del ginocchio valgo è immediata e visiva, seguita da un’indagine più approfondita nel caso in cui compaia una sintomatologia dolorosa. In questo caso il medico potrà richiedere di effettuare esami RX e risonanza magnetica, per avere riscontro oggettivo e determinare il grado della lesione.

Generalmente si procede con un trattamento conservativo mirato che consiste nella prescrizione di scarpe ortopediche e/o plantari, iniezioni di condroprotettori, antinfiammatori e iniezioni di acido ialuronico.
La fisioterapia, associata al recupero funzionale, gioca un ruolo fondamentale nella cura della sintomatologia dolorosa del ginocchio valgo.

Tecar terapia e laser terapia, utilizzati a livello antalgico e antinfiammatorio, sono vivamente consigliati, perchè aiutano a creare la condizione ideale per iniziare un programma di ginnastica, mirata al rinforzo dell’apparato muscolo-legamentoso degli arti inferiori.
Nello specifico, questo è mirato sul piccolo, medio e grande gluteo, per garantire una regolare abduzione dell’anca, del quadricipite femorale e del vasto mediale, per permettere un extra rotazione della rotula, affinché questa possa guardare verso l’esterno del semitendinoso e semimembranoso, muscoli posteriori della coscia che stabilizzano il ginocchio a livello posteriore.

Più difficile è ripristinare i movimenti di dorso-flessione della caviglia, ovvero quei movimenti che permettono di spostare il peso del corpo sui talloni e di alzare dita e avampiede da terra. La rigidità del piede comporta una sua pronazione, ovvero il piede cade internamente, con conseguente rotazione interna della tibia che si riflette anche a livello del ginocchio e dell'anca. In questo caso, si rende utili l’utilizzo di plantari su misura, dopo un’accurata valutazione baropodometrica per limitare il sovraccarico funzionale, sia del ginocchio, sia del piede.

Si ricorre alla chirurgia solo se il trattamento conservativo fallisce o non risulta sufficientemente efficace.
In questo caso si esegue un delicato intervento di rimodellamento dell'estremità distale del femore, noto come osteotomia femorale.

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