Non sei più sola
di Franco Tarsi
Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne a Paitone si terrà una serata dedicata al problema con significative partecipazioni
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Gli anni si susseguono ma le cose non cambiano. Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne e il 26 novembre Paitone terrà una serata dedicata al problema con significative partecipazioni. Ho detto che le cose non cambiano? Sbagliato! Le cose cambiano e sono cambiate per le vittime femminili. Ma in peggio. E chi si aspettava un miglioramento, se non addirittura un’uscita da questo tragico tunnel, è un ingenuo o quantomeno un illuso, perché un mutamento in senso positivo è legato indissolubilmente ai moti profondi della società, che a loro volta riflettono i torbidi ribollenti dentro le persone, dentro di noi.
Che fanno paura. Basta dare un’occhiata, attenta e non distratta, ai dati di questi ultimi anni per rendersi conto che la situazione è grave e si sta aggravando.
Nella statistica degli omicidi volontari (che si calcolano su centomila abitanti, per omogeneizzare i confronti fra stati), l’Italia - udite, udite - è uno dei paesi più virtuosi al mondo, dal momento che il numero relativo dei morti ammazzati è sceso nel 2020, ultimo anno con dati certi e conclusivi, ad ‘appena’ 0,45 su centomila, in cifre assolute a 271 unità. Ma allora saranno scesi anche i femminicidi. Sì, sono stati ‘solo’ 112 (111 nel 2019), ma il dato preoccupante è che sul totale degli omicidi la quota attribuita alle donne è salita al 41,3% (35,2% nel 2019). Siamo sotto il 50% della ‘parità di genere’, ma è sconvolgente osservare che nel 1990 la quota era pari all’11%, il che significa che in trent’anni è quasi quadruplicata.
Ma ci sono altre cifre sconvolgenti da considerare. Le vittime degli omicidi in ambito familiare sono (2018) per il 38% uomini e per il 62% donne; gli imputati per omicidio per il 93,3% uomini e per il 6,7% donne, e in ambito relazionale (cioè famiglia e dintorni) rispettivamente il 93,4% e il 6,6%; i condannati per omicidio il 96,6% uomini e il 3,4% donne e in ambito relazionale rispettivamente il 98,3% e l’1,7%. Guardate queste ultime due cifre: le vittime sono quasi tutte di sesso femminile. Il fatto che siano siano state uccise in famiglia solleva un altro problema; l’àmbito più pericoloso è quello familiare o, in senso lato, quello degli affetti.
Ma come? La famiglia e gli affetti dovrebbero essere l’unico posto dove una donna crede di essere più sicura e invece è quello dove corre il maggior rischio di morte. Che cosa sta succedendo? E perchè? C’è qualcosa di marcio, ma non in Danimarca. E’ dentro la società, dentro la famiglia. E non solo: come dicevo, è dentro di noi. Lo dimostra, se si vuole, il fatto (non l’opinione: il fatto) che la recrudescenza di questa sete di sangue, di questa furia cieca si sia scatenata durante li lockdown. Nel 2020 nei tre mesi scarsi fra il 9 marzo e il 3 giugno sono state uccise 58 persone, di cui 44 donne, cioè il 75,9% del totale delle vittime: 87 giorni 44 femminicidi, una donna uccisa ogni due giorni.
Se le annualizziamo, le vittime di quei tre mesi scarsi diventano 180, una cifra spaventosa. Il lockdown, che era stato attuato per proteggerci dai rischi pandemici della promiscuità, ha generato un ambiente in cui la compressione abitativa è degenerata in una implosione, un po’ come succede negli ordigni nucleari. Sì, è corretto dire - come è stato osservato - che non è stato il lockdown il responsabile di questa situazione, bensì l’insofferenza dei singoli alla stretta convivenza forzata, ma l’esito è stato lo stesso. Bel risultato!
La disciplina della ‘dinamica mentale’ insegna che ciascuno di noi ha un proprio spazio vitale variabile nel tempo e nelle situazioni. Quando due persone si amano questo spazio privatissimo si riduce anche a zero; invece, al limite, quando due persone non si possono più soffrire, si detestano o si odiano, beh, “il mondo non basta” per contenerle tutte due, come titola quel film di 007 (1999, per gli appassionati: Michael Apted regista, Pierce Brosnan protagonista). Ma perché due persone che si sono unite presumibilmente per amore arrivano a questi punti? Non è questa la sede per addentrarsi in una giungla così intricata, dove la sociologia si mescola e si combina con la psicologia. Ma sicuramente, quando si incomincia a sentire che la pressione cresce pericolosamente, è il momento di fermarsi a riflettere: che cosa sto facendo? la persona che ho davanti è la stessa che una volta amavo; e ora perché la odio? Perché sto per ucciderla?
Se volete chiarirvi o allargare le idee, Paitone vi aspetta il 26 novembre 2021 nella Sala Polivalente della Cultura, in piazza Pertini, alle 20.45. Ospiteremo gli interventi delle operatrici del Centro Chiare acque e dell’avvocata Beatrice Ferrari. La serata si intitola “non sei più sola”. Un titolo che è anche un auspicio. E facciamo che sia così. Obbligatorio greenpass. Non mancate.
Franco Tarsi
Consigliere alla cultura di Paitone
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