Occhio (elettronico) alla cacca di cane

“Accidenti a te, cane della malora, proprio qui davanti al mio uscio” deve aver pensato di primo acchito l’uomo, piegandosi di prima mattina al suolo, munito di scopino e di paletta. La sera prima non c’era, lui ne era certo, ma quale poteva essere bastardo o di razza, il cane che aveva lasciato quel ricordo alla lunare ombra del campanile vestonese?

Prodigi della moderna tecnologia, e delle ancor più recenti paure, ecco giungere in soccorso le telecamere.
Ce n’è dovunque in Piazza Garibaldi, quelle pubbliche che mirano sulla piazza pronte a scoprire scabrosi affari; quelle a raggio stretto del tabaccaio o del bar, più occupate a protegger vetrine e serrature.
Ed ecco la sorpresa: non un cane qualunque, ma uno dotato di collare e guinzaglio. Alla leggera bardatura c’era attaccata, persino, una distinta signora.

Si badi bene, come la decenza vuole nel caso di amori, malattie e m..., noi si racconta del fatto e non delle persone.
Indispettito, il nostro recupera l’ormai secca deiezione, la infila in un lindo sacchetto e si preoccupa che la stessa venga recapitata a chi di dovere. Non al cane che si sa: non saprebbe che farsene. Piuttosto alla sua padrona.
E non di nascosto che non è bello: sul pacchetto, in bella calligrafia, ci finisce anche l’indirizzo del mittente.

Sghignazzava l’audace ed incauto raccoglitore, già si godeva l’imbarazzo della donna, smascherata e costretta a chiedere scusa. “O almeno che provveda lei ai bisogni del suo cane la prossima volta” aveva detto alla moglie.
Tutto sbagliato, il disgustoso gesto ben altra reazione ha provocato.
il "nostro" l’ha scoperta la mattina successiva (ieri), quando gli è toccato nuovamente di interrogare le telecamere.
“Non ci avevo pensato” ha convenuto poi, sempre con paletta e scopino in mano ma questa volta per raccogliere terra e fiori dei vasi divelti: “Non sai mai dove sta il vero animale, se da una parte o dall’altra del guinzaglio”.

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