24 Ottobre 2021, 07.07
Blog - Maestro John

Vedi Napoli e poi... il Museo

di Maestro John

Appunti sul viaggio a Napoli, e l’invito alla presentazione del libro sull’antico edificio canonicale, ora Museo Archeologico della Valle Sabbia


Giorni fa io e mia moglie abbiamo partecipato ad un viaggio organizzato alla scoperta dei tesori di Napoli e dei suoi affascinanti dintorni.
I partecipanti erano villanovesi e gavardesi, ma c’erano anche salodiani e viaggiatori di altri paesi.

C’erano gli amici Anna Martini, Antenore Taraborelli, Massolini Daniela, Rosaria Saramondi, Tiziana e Gigi venuti da Brescia, Angioletta Ferretti e Amneris (suocera della mia amica maestra Laura Rubino), Paterlini Margherita con la premurosa ed appassionata figlia Roberta, le simpaticissime e legatissime sorelle Oliva ed Attilia Bresciani, la dolce Elda Grumi con il bravo figlio Giorgio (ricordo che aiutava Federico Baronchelli ad allestire il bel presepio, ora è uno dei volontari al servizio delle funzioni religiose), Alfredo Chiodi (Dedo per gli amici) con la chitarra e la moglie Elena che gli porgeva il grosso faldone con i testi e gli accordi delle canzoni, il mio dottore Angelo Bonvicini con la gentile consorte (appassionata di cani), Alessandro simpatico e scatenato eccetera…

A guidare questa pacifica ed ordinata comitiva era il professore in pensione Ermanno Comincioli, che conosco da tempo sia come Sindaco di Villanuova sia come assessore alla cultura: ricordo le sue numerose iniziative artistiche e sociali sempre molto partecipate (era anche stato invitato il grande magistrato Caponnetto).

Ermanno era accompagnato dalla bella moglie Nadia, sempre premurosa ma pronta a strigliarlo se si dilungava troppo nei “sermoni”: ah le mogli, tutte uguali!
Tra l’altro, il figlio don Giorgio (che su incarico del Vescovo è stato a Roma a studiare psicologia), la domenica precedente aveva celebrato il battesimo di Edoardo, il bel bambino di Serena Villani e di mio nipote Filippo Ardesi.
Don Giorgio conosce tutta la numerosa prole di mia sorella Valentina sin dai tempi degli scout.

Giovedì 7 ottobre.
Partenza ore 5 meno un quarto. Buio e sonno. Un dubbio che ho da una vita: perché per essere contenti bisogna alzarsi così presto?
Sul pullman alcuni recuperano il sonno perduto, mi siedo in fondo: si chiacchiera, si fanno battute, si osserva l’alba dai finestrini. Poi, durante il viaggio, il “loggione” (così lo chiama l’entusiasta Ermanno Comincioli) inizia a cantare, accompagnato alla chitarra dal “Dedo”: la coppia Anna & Antenore sa a memoria mille canzoni, ma anche io e mia moglie non scherziamo. Canta che ti passa la stanchezza del viaggio.
Un paio di fermate negli Autogrill, per distendersi e per esigenze idrauliche. L’autista Artur è sempre cordiale ed esperto.

Nel pomeriggio arrivo a Napoli ed incontro con la giovane ma esperta guida Pasquale. Lo ascoltiamo con gli auricolari: una gran comodità!
Prima visita della città, visita al Bar col “caffè sospeso”, nella strada un mare di persone, di ogni tipo, pare che il sabato e la domenica non si possa neppure passare. La sera sistemazione nelle camere presso l’hotel di Castellammare di Stabia. Dal terrazzo ammiro il lungomare, con molta gente che passeggia o fa jogging, anche con il cane.
Dopo cena, sono così stanco che fatico ad addormentarmi (anche perché la mia attuale moglie vuole la tele accesa…)

Venerdì 8 ottobre.
Sveglia ore 6. Ermanno l’aveva promesso: dopo questo viaggio tornerete stanchi ma ricchi di molti ricordi.
Imbarco sul traghetto per l’isola di Procida, quando scendiamo Antenore s’accorge di aver lasciato lo zaino sul traghetto. Fortuna che ha conservato la macchina fotografica, alla quale tiene più che alla moglie…È una battuta, infatti continua a chiamarla “Amore” e “Tesoro”, per evitare guai futuri: metti che non trovi più lo zaino con i documenti.

Visitiamo la più piccola delle isole del Golfo di Napoli. Procida, con il suo borgo coloratissimo, le barche dei pescatori e l’atmosfera riservata e tranquilla.
Giro dell’isola con i tipici microtaxi: gli scatenati autisti corrono come in Formula 1. Pranzo in un ristorante caratteristico, stretti stretti nell’estasi d’amor. Conosciamo Manu Franceschini che ci parla entusiasta della Pallavolo Villanovese.
Al rientro sulla terraferma, sul traghetto Antenore ritrova lo zaino. Tutti contenti.

La guida Pasquale ci accompagna per la visita del Museo Archeologico: è il più antico museo d’Europa. Qui sono conservati i reperti degli scavi portati alla luce a Pompei e a Ercolano: affreschi e mosaici ci aiutano a comprendere la vita prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Dopo tanto splendore, all’uscita vediamo uno schermo ad altezza d’uomo, che proietta le immagini delle persone che entrano nel Colosseo di Roma in diretta. Noi le guardiamo, loro ci guardano, poi ci salutiamo. Rimaniamo lì a salutarci per molto tempo, e le donne (ah le donne!) fanno gesti di giubilo, alcune si mettono a danzare felici: paion tornate bambine. Napoli-Roma nel segno della fratellanza universale.
Cena in pizzeria, giro-pizza e finale con babà, la pancia mi scoppia. La sera, giro panoramico in autobus per ammirare Napoli by night.

Qualcuno ricorda che a Napoli è sepolto Leopardi. Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, qui scrisse il suo testamento poetico, “La ginestra o il fiore del deserto”. La sua sepoltura è un vero giallo. In hotel dormiamo come ghiri.

Sabato 9 ottobre.
Visita guidata della città di Cuma, prima colonia della Magna Grecia e sede dell’oracolo della Sibilla descritta nell’ Eneide di Virgilio.
C’è il mercato, le donne scalpitano. Chissà perché, trovano sempre qualcosa da acquistare, magliette di cui proprio avevano un bisogno estremo…
Visione della spettacolare Piscina Mirabilis. Trasferimento a Pozzuoli e visita dell’Anfiteatro Flavio. Pranzo in un magnifico ristorante. Al porto di Baia escursione su un’imbarcazione con fondo di vetro per osservare i resti di antiche strade ed i mosaici della baia sommersa. Ammiro l’entusiasmo e la dedizione dei giovani archeologi.

Domenica 10 ottobre.
Visita guidata all’antica città romana di Pompei. Pioviggina, altro che “O sole mio!”. L’uomo della bancarella fa affari vendendo mantelline. Tutto emozionante, battute sui lupanari e sulle sculture degli attributi maschili che portano fortuna. Ti fanno sempre pensare i resti delle persone che fuggivano dalla valanga di magma, cenere e gas sputata dal Vesuvio in eruzione e “bloccate” per sempre a un passo dal mare e dalla salvezza. 

Pranzo veloce al ristorante, nel pomeriggio l’incanto di Paestum, città fondata dai greci e poi divenuta colonia romana.
Vento e freddo non riescono a togliere la meraviglia…E quel tramonto tra i templi, rimarrà uno dei miei ricordi più preziosi! In hotel, brindisi e applausi a tutti.

Lunedì 11 ottobre.
Mattina dedicata alla scoperta di Napoli, con la guida che si chiama Gennaro (sic). Visita del Duomo e della cappella del tesoro di San Gennaro. Partecipiamo alla Messa, il sacerdote ci ricorda che oggi è San Giovanni XXIII, il Papa Buono, che fece il famoso discorso della luna: “Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: Questa è la carezza del Papa.”

Passeggiata nel centro storico, patrimonio Unesco, uno dei luoghi più vivaci e animati della città: tradizione, arte e cultura napoletana. In mezzo al fiume di gente, si fatica a camminare.
Attenzione alle borse: magari mi rubano la moglie, in tal caso pagherò il riscatto (perché se la tengano, ovvio). Presepi stupendi, dappertutto immagini di Maradona e Totò. Vendono la carta igienica con le immagini dei politici.

Visita della Cappella di San Severo, dove ammiriamo il Cristo Velato. Sento cantare e suonare: sulla piazza San Domenico ci sono alcuni scatenati artisti del “Soulpalco”. La loro coinvolgente esibizione, fatta di tammurriate e di tarantelle, mi incanta.  

Si sale sul pullman, si chiacchiera, si condividono le foto su whatsapp, si ride.
Con gli amici conversiamo amabilmente, tra una risata e un aneddoto dei bei tempi andati.
Cantiamo il repertorio delle canzoni. Il prode Ermanno pensa già al futuro, l’anno prossimo si va in Sicilia. Ma io ho paura di volare, e me ne starò a casina, a contemplare la bellezza della Via Romana e delle colline.

Napoli è davvero stupenda
, nonostante tutte le contraddizioni.
Del resto, anche qui al Nord abbiamo molte contraddizioni: il maxidepuratore non vi dice niente?

Sabato 30 ottobre alle ore 18, presso l’Auditorium “Cecilia Zane” di Gavardo ci sarà la presentazione de “Lo scrigno delle meraviglie”, libro sull’antico edificio ora Museo Archeologico della Valle Sabbia, a cura di Gabriele Bocchio e di Carlo Pettini.
L’appassionato Carlo (che ringrazio per la sempre squisita cordialità: del resto ha sposato la dolce Mariella Mora, parente della mia attuale moglie!) nell’introduzione, fra le molte persone che ringrazia, ricorda “con profonda ammirazione l’amico Cecco Maioli che è stato, è e sarà esempio di generosità, bontà d’animo e disinteressata disponibilità.

Il Sindaco e l’Assessore alla Cultura Ombretta Scalmana danno il giusto risalto all’opera, che rappresenta un tratto significativo della storia del nostro paese. Dobbiamo essere tutti riconoscenti verso le persone che con passione e tenacia hanno realizzato questo edificio che è davvero uno “scrigno delle meraviglie”.
Prenotazioni: info@museoarcheologicogavardo.it o telefonando allo 0365/371474 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13).

Ricordo infine che sabato scorso Giovanni Baronchelli, figlio del mio grande caro amico Silvano, ha presentato il libro “Iconografia musicale in Valle Sabbia”, frutto di una lunga ricerca: purtroppo ero impegnato a Prevalle per uno spettacolo dedicato a suor Liliana, ma sono felice per questo lavoro di Giovanni, professore di Storia dell’arte e “musicista polistrumentista autodidatta”. Complimenti!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese! Qui nessuno molla!
maestro John

Nelle foto (le prime tre sono dell'amico Antenore):
1) Foto di gruppo dei “napoletani”
2) Elda scende dal mini-taxi a Procida
3) La pioggia non ferma i nostri eroi a Pompei
4) Sopralluogo durante i lavori al Museo, 1985 (foto tratta da “Lo scrigno delle meraviglie”)




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