Contratto di fiume

Torna l’unità d’intenti fra i Comuni che si affacciano sul lago d’Idro.
Torna l’azione comune per la salvaguardia del bene pubblico rappresentato dall’Eridio: «Che non è un mero serbatoio a disposizione delle attività produttive, come qualcuno vorrebbe, ma un lago alpino e come tale un bene di tutti, che merita per questo di essere gestito con attenzione e lungimiranza».

Così si legge, in sostanza, nel lungo preambolo che è parte integrante di un accordo di programma siglato ieri sera nella sede municipale di Ponte Caffaro che si pone l'obiettivo di realizzare un "Contratto di fiume".

C’erano il sindaco di Bagolino Gianzeno Marca a fare gli onori di casa, quello di Anfo Umberto Bondoni, Aldo Armani per Idro ed il commissario prefettizio Carlo Bertini per il Comune trentino di Bondone.
A mettere tutti d’accordo la “Federazione delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo lago d’Idro”, per l’occasione rappresentata dala suo presidente Gianluca Bordiga.

«Un accordo storico che si apre a tutti gli altri 27 Comuni, dalla sorgente del Chiese in Val Daone fino a Canneto sull’Oglio, perché il corpo idrico del bacino del Chiese venga considerato un tutt’uno e come tale venga salvaguardato».

La federazione riunisce 22 associazioni che rappresentano gli interessi di tutta l’asta del Chiese e da ieri è al fianco dello “zoccolo duro” rappresentato dei territori che si affacciano sul lago, perché l’intera area possa vivere in equilibrio, dal punto di vista ecologico oltre che economico, pensando a come rigenerare questo bene perché possa essere utilizzato anche in futuro.

“Capo dell’intesa” è il sindaco di Idro, Aldo Armani: «Cosa cambia? Per la prima volta, finalmente, i tre Comuni bresciani più quello trentino che si affacciano sul nostro lago si trovano d’accordo per raggiungere l’obiettivo fondamentale della tutela e della conservazione del patrimonio lacustre – ci ha detto -. Un primo accordo era stato disatteso e Idro si era ritrovato da solo ad osteggiare la deturpazione di questo territorio. Da oggi non saremo più da soli e confido che si possano aggiungere molti altri Comuni, perché il patrimonio ambientale non conosce campanili, ma appartiene all’umanità».