Prodotti tipici, turismo e pandemia. Il racconto di Silvia

“Non ho mai smesso di lavorare, neanche durante il lockdown di un anno e mezzo fa, ma è stata davvero dura”.
Ce lo dice con la voce incrinata Silvia Beschi, 45 anni, titolare di un piccolo negozio che vende pane e prodotti tipici valsabbini e gardesani, quando la memoria va al periodo del Covid.

La bottega di Silvia, “Nonsolopane”, apre le sue porte a Roè Volciano, proprio sulla gardesana, e da ormai dieci anni è lei a vendere ai valsabbini - ma anche ai numerosi turisti - i prodotti delle nostre zone: olio del Garda, vino, formaggi di capra, Bagoss e salumi.

La sua clientela, ci spiega, è molto varia. Ci sono i clienti “storici”, provenienti dai comuni limitrofi, ma poi - soprattutto nel periodo estivo - anche tanti turisti che raggiungono la bottega dai numerosi bed & breakfast presenti tra Roè e Salò.

“Ricordo che molte persone durante il lockdown venivano da me in negozio non tanto per fare acquisti, quanto per scambiare due parole - racconta Silvia. - Per loro era un momento di evasione dalla realtà drammatica che stavamo vivendo.
E’ stato un periodo molto stressante emotivamente. Il piazzale era deserto, con l’unico rumore delle ambulanze, e noi pochi commercianti ci sentivamo molto isolati”.

Accenna un sorriso e chiude il racconto con una nota positiva. “Nonostante le difficoltà è stato molto bello poter essere d'aiuto a qualcuno in un periodo così doloroso, anche solo con un sorriso e due parole”.

Il che ci ha ricordato con forza quanto è importante sostenere i piccoli negozi di paese, che con la loro storia e l’atmosfera familiare hanno un valore aggiunto che le grandi catene commerciali non potranno mai sostituire. Ed è un valore che si moltiplica nelle avversità.