Fra lungimiranza e cosmesi

Gentile Direttore,
sono un valsabbino e vorrei condividere una riflessione su un fatto che riguarda la nostra zona del quale ritengo la sua testata abbia reso informazione in modo lodevolmente approfondito e puntuale.

Di fronte alla scelta di realizzare il depuratore del Garda sul fiume Chiese, l'impressione che può venire dall'aver seguito la vicenda e considerato i pareri opposti delle parti in causa è che, per evitare ai territori del lago disagi in larga misura temporanei dovuti alla presenza dei cantieri e della struttura, si sia voluto ricorrere a una soluzione permanente che va contro il buon senso, l'economia e la logica; oltre, naturalmente, alla forza di gravità, visto che si tratterebbe di pompare le acque reflue verso l'alto.

Tuttavia, andando per un momento oltre la rilevanza locale della questione, un'ulteriore riflessione che si può trarre è che si tratti di un modo di fare tipico dei nostri tempi: quello di voler risolvere i problemi con soluzioni che antepongono l'interesse immediato di pochi influenti privilegiati a quello futuro della collettività.

Così si è fatto, ad esempio, per quanto riguarda la tutela della salute collettiva, penalizzando la prevenzione e la sanità pubblica e territoriale a vantaggio di quella privata; o, più recentemente, rinunciando ad affrontare adeguatamente la pandemia che ha stravolto le nostre vite per tutelare diritti e interessi economici di breve termine, come quelli, rispettivamente, alle vacanze e del turismo, a discapito dei più fondamentali diritti all'istruzione e alla salute.

Per non parlare della sostanziale tolleranza di una parte della politica, motivata soprattutto da bieca convenienza elettorale, per le idee antiscientifiche riguardo al virus e alle misure da adottare per contrastarlo, compresi i vaccini.

Altrettanto dicasi per la tutela dell'ambiente e del paesaggio e la prevenzione dei disastri, dato che si è continuato a bruciare combustibili fossili, invadere gli spazi naturali e sacrificare suolo per l'edilizia come se niente fosse, con i risultati che oggi vediamo ed è tutt'altro che improbabile che presto non coinvolgano anche le nostre zone in modo più pesante di quanto già non avvenga.

La cittadinanza, che subisce per prima i danni di tutto questo, non è esente da colpe, dopo aver premiato per anni politici che, salvo qualche differenza cosmetica, propongono come rimedio a tutto il taglio delle tasse e dei cosiddetti sprechi e lo sfruttamento dissennato del territorio, incuranti o incapaci di vedere oltre il proprio naso; e partiti che, a parole e promesse elettorali, si dicono vicini ai cittadini e ai bisogni del territorio ma, quando sono al potere, si adeguano invece alla legge del più forte e favoriscono chi detiene l'egemonia.

C'è dunque da meravigliarsi se questa mancanza di visione d'insieme si manifesta anche in decisioni di impatto locale apparentemente illogiche e antieconomiche come quella del progetto del depuratore del Garda?

Se far valere le ragioni del proprio territorio contro una scelta come questa è quindi sacrosanto, forse sarebbe bene cercare di riflettere sulle conseguenze dei comportamenti umani anche quando non ci toccano immediatamente, invece di gestire il presente navigando a vista e indignandosi poi quando pagare per la nostra miopia e dabbenaggine tocca, infine, a noi.

Molte grazie per l'attenzione.

Cordiali saluti,
Giuseppe Ferliga

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Vedi anche