Quattro rotonde per Bagolino

A sostenere tutto c’è un “segagn”, lo strumento presente in tutte le malghe, che serve per mettere e togliere dal fuoco acceso nel caminetto il grande paiolo in cui far cagliare il formaggio.
Appoggiato al palo di traverso c’è un basso a tre corde la cui cassa armonica si deforma trasformandosi in un pentagramma, sul quale insieme alle note ondeggiano delle maschere.
Come a dire “bagòss e carnevale”, gli elementi che più caratterizzano a livello mondiale la cittadina della montagna bresciana.

Interamente in ferro, l’opera è dell’eclettico artista locale Paolo Melzani e fa bella mostra di sé in mezzo alla prima delle quattro rotatorie di recente realizzazione.
Manufatti che hanno il pregio di aver raccordato l’intera viabilità attorno al centro storico di Bagolino e che attendono di essere inaugurate.

«Il giorno ancora non l’abbiamo stabilito, dovremmo comunque farlo nelle prossime settimane, probabilmente entro settembre» ci ha detto il sindaco Gianzeno Marca.

Per realizzarle sono stati spesi un milione e 600 mila euro: la cifra tonda è in carico alla Provincia, il resto arriva dai fondi stanziati dal Trentino per le opere strutturali nei Comuni di confine (ex Odi), anche questa quindi eredità di Marco Scalvini, l’indimenticato sindaco, che proprio dalla sua Bagolino aveva preso le mosse per arrivare a “mungere” le regioni autonome e quindi più ricche di tutto l’arco alpino.

La rotonda che ospita l’opera di Melzani è la prima che si incontra risalendo lungo la Provinciale 669 e distribuisce il traffico fra la “vecchia” strada che porta in paese e la Variante che permette di bypassarlo.
In prossimità della località Pineta c’è quella che la seconda, che ha sanato la pericolosità dell’ingresso al paese lungo via Castagnera Pineta.

La terza è quella da cui inizia la Comunale che porta al Maniva.
Sull’ultima rotonda la 669 esce dalla Variante e riprende il vecchio tracciato, che fa da ingresso “nord” al paese.

Se le rotatorie sono concluse e da inaugurare, non così è per la striscia d’asfalto che le unisce, la Variante, che per un lungo tratto ha assunto i caratteri della strada dissestata: «Ci sono stati i lavori di posa dell’acquedotto e come sempre succede, perché lo prevedono le norme, si richiude lo scavo e occorre attenderne l’assestamento prima di provvedere alla completa riasfaltatura – spiega Marca -. Nel nostro caso i tempi per asfaltare saranno maturi a ridosso dell’inverno. A quel punto decideremo se sarà il caso di farlo subito oppure attendere un clima più favorevole il prossimo anno».