24 Luglio 2021, 08.07
Gavardo Garda Provincia
Depuratore del Garda

Delusione e amarezza

di Cesare Fumana

Solo i politici del Garda esultano per la decisione del Prefetto-Commissario. Per il resto della Provincia è una decisione inaccetabile a cominciare dai comuni coinvolti


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Che il Prefetto-Commissario avrebbe scelto la soluzione Gavardo-Montichiari era già stato annunciato a tutti gli enti e alle associazioni incontrate dallo stesso.

D'altronde il commissariamento è stato fatto apposta per scegliere questa soluzione, visto che la politica locale, dopo anni di confronti, era riuscita a trovare una soluzione logica. Solo i primi cittadini gardesani, ovviamente, sono felici della soluzione scelta dal Prefetto.

Per il resto è una soluzione che non va bene a nessuno a cominciare dai primi cittadini dei due comuni interessati.

«Come previsto, il Commissario ha deciso
che i depuratori dovranno essere costruiti a Gavardo del Garda e Montichiari sul Benaco, entrambi siti sul fiume Chiese della Riviera». Sceglie l’ironia, Davide Comaglio, per commentare quanto comunicato ieri dal prefetto. Ironia che nasconde, inevitabilmente, una grande amarezza.

«Fin dall’inizio, era parso chiaro che la scelta del commissario sarebbe stata questa - evidenzia il sindaco di Gavardo -. Una scelta non tecnica, ma imposta dalla politica a livelli più alti sulla pelle della gente, di un territorio che è stato completamente ignorato. Ora prepariamoci ad anni tribolati: non solo per noi, ma anche per le popolazioni gardesane, che si troveranno ad affrontare enormi problemid i viabilità. Certo, di fronte a un procedimento fuori dall’ordinario come questo non è agevole comprendere quali saranno i prossimi passi. Di certo monitoreremo il tutto con la massima attenzione, e poi decideremo come agire, a difesa del nostro fiume e del suo territorio».

Simile lo stato d’animo del sindaco di Montichiari, Marco Togni, che ha affidato il proprio disappunto ad una lettera aperta al Prefetto, «nella speranza che il decreto non sia tramutato in legge e che i parlamentari bresciani intervengano per una modifica atta alla nomina di un commissario unico sia per la sponda bresciana sia che per quella veronese». Auspicando che nessuna decisione sia presa prima del tempo necessario, Togni ribadisce che «voler scaricare nel Chiese è la scelta più sbagliata: per buona parte dell’anno non ha portata d’acqua a differenza del Mincio».

Anche il presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, la decisione del Prefetto è un atto che scavalca la politica locale.
«Il percorso intrapreso dal prefetto - dice Alghisi - ricalca pienamente quello che era il mandato del Ministero. Spiace che la politica nazionale a monte non abbia preso piena consapevolezza della portata del battito politico locale e degli sforzi fatti per giungere ad una sintesi a cui, se pure faticosamente, si era arrivati. Il progetto Lonato- sottolinea Alghisi -avrebbe ritardato la dismissione delle sublacuali, ma avremmo evitato l’opposizione politica dei territori, che desta timori importanti circa l’attuazione rapida dell’opera, che era proprio il fine delle linee di indirizzo dettate dalla Provincia».

Il Pd di Brescia critica «l’intervento romano attuato da un Ministro del centrodestra», che «spazza via il cammino faticosamente ricomposto e riporta indietro di due anni le lancette dell’orologio», e teme che «questa soluzione calata dall’alto aumenterà il conflitto, con rischio di ricorsi e allungamento dei tempi».

Per Sinistra italiana Brescia, infine, «la scelta del commissario è vergognosa: si cancellano anni di tessitura fra territorio e istituzioni che avevano portato a un risultato accettabile».



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