18 Luglio 2021, 06.59
Idro
Amministrazioni

Tocca al Comune

di val.

Le opere di urbanizzazione dell'area artigianale di Idro sono da concludere e lo deve fare il Comune. Così il Consiglio di Stato, al quale l'Amministrazione comunale idrense si era appellata per ribaltare analoga sentenza del Tar. I particolari


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Il Tar impone al Comune di realizzare le opere di urbanizzazione nell’area artigianale del centro lacustre e il Consiglio di Stato, al quale l’Amministrazione fa ricorso, invece che ribaltare la sentenza rincara la dose, affermando che il “Piano particolareggiato” stilato dalla precedente Amministrazione nel 2003 è tutt’ora in vigore.

Ma andiamo con ordine.
L’area artigianale di Idro aveva cominciato a prendere forma più di vent’anni fa, coi permessi dati a i privati di innalzare capannoni.
Mancava però un piano di urbanizzazione adeguato che in municipio ha visto la luce nel 2003, quando sembrava che da un momento all’altro proprio di lì devesse passare il nuovo ingresso al paese e servivano strade, fognature, illuminazione pubblica...

Circa 2 milioni di euro l’impegno di spesa.
Gli anni successivi, fino al 2007, sono serviti per raccogliere le adesioni e poi stilare i vari progetti, con la seguente formula: i privati, in virtù dei loro possedimenti ci avrebbero messo i soldi, il Comune avrebbe pensato a realizzare le opere.

Così è stato per la prima parte (i soldi messi dai privati per i ¾ perché il saldo era da elargire ad opere finite), mentre le opere sono state realizzate solo in parte.
Le Amministrazioni arrivate dopo, infatti, fra le motivazioni anche il fatto che uno dei privati non aveva pagato la sua quota, di fatto hanno interrotto l’urbanizzazione.

Ancora da spendere ci sarebbero circa 5/6 centomila euro.
Nel 2018 la Esti ha acquistato il capannone della ditta ancora creditrice nei confronti del Comune ed ha provveduto a pagare anche questa ultima quota, ma nulla si era ancora mosso.
Anzi: in municipio girava l’idea che dovessero essere i privati a concludere le opere.

Così fino al ricorso al Tar da parte di una signora che nell’area artigianale ci abita e che chiedeva al Comune il ripristino del Piano originario, che si concludessero le opere e con quelle la la polvere smettesse di entrare da ogni finestra al passar delle auto.

Il Tar a febbraio 2020 obbliga il Comune a finire le opere, ma dichiara decaduto il “Piano particolareggiato” del 2003.
L’Amministrazione comunale ricorre dunque al Consiglio di Stato che, con sentenza arrivata nei giorni scorsi, non solo ribadisce che le opere di urbanizzazione devono essere concluse e che deve essere il Comune a farlo ma, facendo seguito ad un “appello incidentale” della controparte, “resuscita” anche il Piano particolareggiato, valido in realtà fino a quando l’Amministrazione stessa non indica per quell’area un’altra destinazione.




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