Il Museo della Civiltà contadina dedicato a Enrico Morelli

Il museo della Civiltà Contadina e dei Mestieri da ieri è intitolato a Enrico Morelli. Con una cerimonia pubblica, la prima quest’anno dopo la pandemia, l’Amministrazione comunale di Sabbio Chiese ha voluto dedicare la raccolta etnografica alla memoria del suo ideatore, colui che ha donato alla comunità sabbiense centinaia di pezzi di attrezzi da lavoro e di vita del mondo rurale di un tempo.

Come ha ricordato il vicesindaco e assessore alla Cultura Claudio Ferremi «Enrico Morelli nel 1992, in occasione delle Feste decennali della Madonna della Rocca, chiese di realizzare una mostra permanente presso la ex chiesetta di San Nicola, appena restaurata, collocata proprio lungo la scalinata della Rocca, per ospitare la sua raccolta di cimeli della civiltà contadina. Nel 2009 fu formalizzata la donazione al Comune di Sabbio Chiese e prese vita in forma definitiva il Museo della Civiltà Contadina e dei Mestieri, inserito nel Sistema museale della Valle Sabbia».

Lo scorso anno, in vista delle prossime Feste decennali, l’esterno dell’edificio che ospita il museo è stato interessato da un meticoloso intervento di restauro «con la pulizia e il consolidamento della parete grezza rivolta verso il paese e la tinteggiatura chiara per dare omogeneità all’intero complesso della Rocca», come ha illustrato l’architetto Francesca Vecchia, che ha curato l’intervento.

Il sindaco Onorio Luscia, nel suo intervento, ha ricordato l’interesse per la storia di Morelli, le sue ricerche che hanno spaziato dagli Etruschi alla storia locale. Di professione antiquario, nell’arco della sua vita aveva raccolto centinaia di attrezzi utilizzati nelle attività lavorative che si svolgevano in valle, così come suppellettili utilizzati nelle case contadine nell’Ottocento e inizio Novecento. Il primo cittadino ha voluto ringraziare anche i membri dell’associazione culturale “Museo della Civiltà contadina e dei Mestieri” che si occupa della gestione del museo, alla catalogazione e documentazione dei vari pezzi, che nell’arco degli anni sono aumentati, grazie a nuove donazioni.

La figura di Enrico Morelli è stata tracciata anche dal pronipote Emanuele Belli che ha ricordato le origini ravennate del prozio, che si era spostato con la sabbiense Valeria Belli. «La donazione degli attrezzi della civiltà contadina e dei mestieri – ha detto – rappresenta un atto d’amore nei confronti della gente della Valle Sabbia e delle sue tradizioni».

Sono stati letti anche alcuni scritti di Morelli, dai quali traspare tutta la sua passione di ricercatore e di studioso del passato. Il fratello ha chiesto di creare un’installazione permanente all’interno del museo con videoproiezione di questi pensieri.
Un ricordo personale di Morelli è stato menzionato anche dal prof. Alfredo Bonomi, che ha ricordato l’antiquario e lo studioso, «un uomo dall’animo grande e di onestà assoluta».

Al termine della cerimonia, nella quale è stata scoperta la stele che riporta il nuovo nome del museo, il figlio Alberto ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale e quanti con amore si prendono cura e portano avanti il museo voluto dal padre.

In foto:
- la stele con il nuovo nome del museo
- da sin. Emanuele Belli, Francesca Vecchia, l'assessore Claudio Ferremi e il sindaco Onorio Luscia
- l'intervento del figlio Alberto Morelli
- l'interno del museo