Sconcertante: «La mozione Sarnico non vale più»
di Redazione
Lo ha detto ieri il Prefetto alla Mamme del Chiese e del Garda che si dicono sconcertate per la piega che sta prendendo la questione depuratore del Garda dopo la nomina del commissario
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«Alla luce dell’incontro tenutosi questa mattina alla presenza del Prefetto Dr. Visconti, in veste di Commissario straordinario ad acta per il progetto di depurazione del Garda bresciano, riportiamo le nostre considerazioni».
Piera Casalini e Roberta Caldera per le Mamme del Chiese e Paola Pollini per le Mamme del Garda fanno il punto della situazione dopo aver incontrato il prefetto-commissario.
«Dopo un’apertura in cui il clima sembrava non lasciasse presagire grandi margini di confronto si è giunti in breve a stabilire un dialogo aperto in cui abbiamo potuto esprimere, anche se in modo non approfondito ed esaustivo com’era nostra intenzione, le nostre perplessità e a porre una serie di domande per le quali però non abbiamo ottenuto le risposte auspicate.
Immediatamente ci viene comunicato che seppure nella sua evidenza la soluzione di riammodernamento e ampliamento di Peschiera, sarebbe in assoluto la migliore e la più auspicabile quest’ ultima non è più assolutamente percorribile per via degli accordi occorsi con i veronesi ,che sono in una fase ormai avanzata del progetto .
Entrando nel merito dell’incontro, pur ringraziando il Commissario straordinario per la sua disponibilità, non possiamo ritenerci soddisfatte dell’esito della riunione che credevamo fosse improntata ad approfondire tematiche e recepire istanze, mentre è stato subito ribadito che il compito del Commissario straordinario è quello di porre velocemente rimedio ad una situazione ancorata da anni alla quale la politica non ha saputo dare una soluzione.
Questa affermazione è stata da noi contestata perché proprio mentre A.T.O. si accingeva a presentare alla Cabina di Regia, istituita presso il Ministero, la soluzione Lonato, quest’ultima è stata bloccata dal commissariamento. Soluzione, quella di Lonato, elaborata all’indomani dell’approvazione in Consiglio Provinciale della Mozione Sarnico, il cui principio riteniamo fondamentale ed ineludibile per arrivare a soluzioni di buon senso e di giustizia nell’individuazione dei siti in cui realizzare gli impianti di depurazione consortili che vanno realizzati nei territori dei comuni afferenti. Mozione di cui si è trovata la sintesi dopo mesi di lavoro all’interno del Consiglio provinciale.
Sconcertante apprendere dalla voce del Commissario straordinario che della Mozione non ha contezza e non rientra nel merito della discussione in quanto non interessante ai fini della decisione finale che verrà presa unicamente sull’analisi dei due progetti “istituzionalmente” consegnati; quello di Gavardo-Montichiari e quello di Lonato con la dismissione della condotta sublacuale.
Il Commissario, in pratica, ha ribadito più volte che il suo compito è quello di dare esecutività in tempi ristretti ad un “ordine” impartito dal Consiglio dei Ministri a cui non può derogare, seguendo le direttive del DDL S2301. A guidarlo nella scelta sarà la consulenza dell’Università di Brescia, cosa da noi contestata perché riteniamo che avendo l’Università collaborato alla stesura del progetto Gavardo-Montichiari, a nostro avviso sarebbe opportuno affidare la consulenza che riguarda la decisione finale ad un Ente terzo. L’Università di Brescia, ci viene detto, non deve essere messa in discussione perché è un’eccellenza a livello mondiale.
Tra le due opzioni oggetto della decisione il Commissario straordinario ci informa che il progetto Lonato poggia su basi fragili e vi è fra l’altro un maggior consumo di suolo (dato inesatto in quanto non tiene conto che con Gavardo / Montichiari sono due le aree che verranno utilizzate, fra l’altro in zone residenziali), facendoci in pratica presagire quale sarà la scelta finale (OVVERO GAVARDO / MONTICHIARI).
Incalziamo sulle criticità del fiume Chiese facendo notare che a conclusione dei lavori del Tavolo Tecnico istituito a suo tempo dal Ministero erano state date chiare disposizioni per la sua tutela, ma laconicamente ci viene detto che i problemi del fiume Chiese non sono oggetto di considerazione in questo momento.
Per quanto riguarda il lago di Garda abbiamo posto diverse questioni chiedendo innanzitutto se i progetti in discussione sono realmente risolutivi delle numerose criticità presenti: dagli scarichi abusivi alla divisione delle acque bianche dalle nere, dalla cementificazioni ecc, perché, abbiamo ribadito, una soluzione che non garantisce la reale tutela delle acque del lago oltre che inutile e dispendiosa può risultare inefficace perché in caso di malfunzionamento nel golfo di Salò confluirebbero tal quali tutti i reflui del collettore, senza contare che i costi per la costruzione, la gestione e la manutenzione dell’impianto sono enormi e ricadono comunque sulle utenze bresciane.
Il Commissario s’è dichiarato non a conoscenza di questi dettagli che verranno tenuti in considerazione.
In conclusione facciamo fatica a capire il reale scopo di questi incontri se:
- il Commissario si dichiara vincolato a decisioni calate dall’alto e di cui deve essere solamente mero esecutore.
- Le proposte da valutare devono venire solo da Enti Istituzionali (ATO – Acque Bresciane - Università) e nessuna proposta viene accettata da parte di chi non rappresenta un’istituzione.
Ciò che risulta lampante ma anche desolante è quanto in tutta questa faccenda la politica e la partitocrazia abbiano avuto un ruolo determinante nel procurare quello che possiamo definire un disastro dal punto di vista ambientale ma anche etico.
Ora la responsabilità passa ad un commissario che non ha margini di manovra, mentre si permette a qualche esponente della politica con la p minuscola di entrare a gamba tesa nella questione imponendo ad un territorio che ha già tanti problemi e che dovrebbe essere aiutato a risolvere velocemente i suoi problemi, di essere lo zerbino di un altro territorio ricco e che avrebbe il dovere di gestirsi da sé anche e soprattutto i suoi reflui e relativi depuratori».
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