25 Maggio 2021, 09.40
Blog - Gira la Ruota

Eugène Christophe, la prima maglia gialla

di Luca Pietrobelli

Il simbolo per eccellenza del vincitore, della corsa regina, il Tour de France, leggendaria, desiderata e tanto amata, ha avuto una genesi praticamente anonima, poco raccontata e per molto tempo sconosciuta


L’idea geniale apparve per la prima volta in un semplice trafiletto sulle colonne di “L’Auto”, il giornale organizzatore, la mattina del 10 Luglio 1919, con la gara già all’undicesima tappa, sui Pirenei: per riconoscere il leader, questo indosserà una maglia gialla così i tifosi potranno incitarlo e gli avversari tenerlo d’occhio.

Un’idea non solo semplice e geniale, ma anche perfetta dal punto di vista di quello che oggi chiameremmo marketing.
Il primo ad indossarla sarà Eugène Christophe, già in testa dalla quarta tappa, che non riuscì a indossarla fino alla fine della corsa a tappe, perché vittima di un incidente meccanico.

Christophe venne definito dal patron del Tour come il più degno portatore del simbolo del primato, perché nel 1913, anche a, tempo in testa alla corsa senza simbolo del primato, il ragazzo ruppe la forcella, camminò per 14 km trascinando la bicicletta e si fermò da un fabbro per la riparazione.
In quel luogo oggi sorge un monumento: Eugène era un predestinato e la maglia gialla, simbolo mitico, non ancora nata, stava già tessendo la trama della leggenda.

Cristophe indossò il simbolo per ben 6 volte, sei giorni e non tenne nessuna di quelle maglie: “Sono morte durante la guerra.
Le ho usate come maglie di cotone. Mi ci sono vestito. All’epoca non sapevamo cosa ci sarebbe successo dopo, le ho usate”.

Un simbolo che è oggi uno dei più importanti al mondo, è nato in sordina e non ne esiste più un pezzo dell’originale: la leggenda vive di eventi singolari e si alimenta con la storia.



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