«Una bestemmia culturale»

Togliere totalmente o parzialmente l’alcol dal vino e aggiungervi acqua.
Sembra uno scherzo e invece è tutto vero: si tratta dell’ultima trovata di Bruxelles, che prevede di autorizzare la procedura nell’ambito delle pratiche enologiche, anche nei vini a denominazione di origine, per renderli meno alcolici.

Un pericolo che, come ha sottolineato anche la Coldiretti, si inserisce in un contesto comunitario preoccupante per il settore, con la Commissione UE che potrebbe introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche nell’ambito del nuovo “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei”.

Con l’intenzione di offrire ai nostri lettori il punto di vista di un imprenditore valsabbino del settore al riguardo abbiamo chiesto a Fausto Cassetti, produttore vinicolo in Abruzzo, che cosa ne pensa.

“E’ una bestemmia culturale - ci ha risposto Cassetti, che è anche il sindaco di Odolo. - Tradotto, si parla di utilizzare un concentrato di vino per poi rigenerarlo con acqua di sorgente e farlo passare per vino; in questo modo il frutto di una sapienza millenaria verrebbe alterato, ledendo l’assoluta tipicità del prodotto”.

Cassetti, la cui azienda vinicola (la “Tenuta Cassetti” di Odolo) è specializzata nella produzione del Montepulciano nei 70 ettari di terreno acquistati dal nonno ad Ancarano, in provincia di Teramo, specifica che la sua contrarietà non è totale, ma deriva da una mancata distinzione dei termini. “Non ho nulla in contrario alla creazione di una bevanda al gusto di vino, basta che non la si chiami 'vino'. E’ una questione etica, ma anche materiale ed economica: una truffa legalizzata al consumatore, che pagherà al costo del vino un prodotto che del vero vino non conserva proprio nulla”.

La preoccupante novità arriva oltretutto in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero, che ha raggiunto il minimo storico da oltre 30 anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat effettuata a gennaio.

“La denominazione di origine protetta è già di per sé storia e geografia - ha concluso Cassetti - ed è un fattore culturale importante che va preservato. Mi aspetto che il nostro Governo intervenga per fermare questo affronto all’italianità”.

Foto www.lasicilia.it