Uno schianto terribile

Lui con la sua adorata Ducati Multistrada, il nipote con un’altra moto.
Una gita sulle due ruote che è costata la vita ad un centauro bergamasco di Albano S.Alessandro.
Si chiamava Ferruccio Arsuffi e a marzo aveva compiuto 61 anni.

«Un appassionato motociclista come ce ne sono pochi, in moto ci andava da una vita e non ha mai fatto un incidente.
Questo è il primo, non è giusto che finisca a questo modo».
Così il nipote Marco, che non riusciva a darsi pace.

L’esatta ricostruzione dell’incidente è al vaglio degli agenti della Stradale di Salò, intervenuti sul posto per i rilievi.
Secondo una prima ricostruzione, poco dopo le 15 di ieri, il nipote precedeva lo zio lungo la Provinciale numero 58, quella che salendo da Idro porta fino a Capovalle.

I due, viaggiando in direzione della Valvestino, avevano già oltrepassato l’unica galleria.
Stavano scendendo fino al ponte dove poi ricominciano salita e tornanti ed erano ancora in territorio del Comune di Idro.
A scomporre la traiettoria del centauro 61enne in sella alla sua Ducati la lunga curva che gira a destra prima del ponte, traditrice: sembra finita e poi invece gira ancora, più stretta.

Questione di un attimo. E quando Ferruccio si è ritrovato ad allargare la traiettoria invadendo l’opposta corsia di marcia, il fato ha voluto che dall’altra parte arrivasse una Jeep Renegade.

Inevitabile a quel punto lo scontro, violentissimo. «Ho sentito un rumore dietro di me, ho guardato negli specchietti sperando di vedere mio zio che arrivava e invece niente. Allora sono tornato indietro» questa la testimonianza di Marco.

E’ stato lui il primo a soccorrere lo zio, che dopo l’urto era stato scaraventato sulla parete rocciosa a lato della strada. A dargli il cambio con la ventilazione polmonare altri arrivati sul posto subito dopo, poi i soccorritori: i volontari di Vestone con l’ambulanza, l’equipaggio dell’infermierizzata e quello dell’eliambulanza di Brescia “verricellato” sul posto.

Tutto inutile purtroppo. Troppo gravi le ferite riportate nello scontro ed il cuore del motociclista 61enne non ha mai ripreso a battere.
La salma è stata ricomposta all’obitorio di Gavardo a disposizione dell’autorità.

Sulla Jeep viaggiavano due donne, fra loro cognate, con le rispettive figlie, una di un anno e mezzo e l’altra di 10 anni.
Ad avere la peggio la 36enne che viaggiava come passeggero, ricoverata al Civile in codice giallo, mentre la figlia, la più grande delle due bimbe, è stata portata al Pediatrico con un più rassicurante codice verde.

Ferruccio Arsuffi era direttore alla Emav Srl di Treviolo, azienda che produce e commercializza motori elettrici ed elettropompe.
Per permettere ai soccorsi di operare, i rilievi, la rimozione della salma e dei mezzi coinvolti nell’incidente, entrambi finiti sotto sequestro, la Provinciale è rimasta chiusa per quasi due ore.

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