03 Maggio 2021, 08.00
Valsabbia
Servizio Minori e Famiglie

Testimonianze di affido in Valle Sabbia

di Ilaria Ziglioli

Si è svolta lo scorso venerdì 30 aprile una serata dedicata alle testimonianze dirette di persone che vivono quotidianamente esperienze di affido e vicinanza solidale tramite l'area Affido del Servizio Minori e Famiglie della Comunità Montana di Valle Sabbia.


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Si è svolto nella serata di venerdì 30 aprile
il primo evento da remoto promosso dall’area Affido del Servizio Minori e Famiglie della Comunità Montana di Valle Sabbia.
 
L’incontro, trasmesso in diretta su YouTube, è stato presentato da Lara De Agostini in veste di coordinatrice del Servizio - una realtà presente in Valle Sabbia dal 2016 - e ha visto l’intervento di quattro persone quotidianamente coinvolte nelle varie forme dell’affido, le quali hanno raccontato la loro esperienza prima e durante l’emergenza sanitaria.
 
Una piacevole serata che ha intrecciato dialoghi, emozioni e nozioni burocratiche, con l’obbiettivo di diffondere la cultura della prossimità e della vicinanza, accrescendo la consapevolezza delle varie forme d’affido.
 
L’evento è iniziato con una breve presentazione fatta della coordinatrice del Servizio che ha introdotto le tre testimonianze e ha sottolineato come l’affido sia composto da infinite sfumature, tra le quali quelle presentate: quello a tempo pieno e quello che prende il nome di “vicinanza solidale” o “prossimità familiare”.
 
La prima testimonianza riguardava un affido a tempo pieno iniziato 9 anni fa, quando i due coniugi hanno deciso di cogliere la possibilità di aiutare e di vivere la genitorialità in modo “fantasioso”.
Una volta presi i contatti con questa realtà, sono iniziati i colloqui preliminari, fatti per conoscere le persone che decidono di intraprendere questo percorso da parte di assistenti sociali e psicologi.
Individuate le condizioni più appropriate, si è avviata la conoscenza con il bambino che avrebbe successivamente preso la residenza in casa loro.
 
Un’esperienza emozionante che si è sviluppata in uno splendido rapporto di affetto e soddisfazione che ha portato al desiderio di rendersi disponibili per il servizio di pronto intervento, creato con l’obiettivo di intervenire in situazioni che richiedono un’affido a tempo limitato. E anche questo desiderio si è avverato, successivamente, con la chiamata per un bambino di quattro anni, che, inizialmente, prevedeva un periodo di qualche settimana, ma che si è prolungato nel tempo fino a evolversi in una condizione stabile.
Il racconto della sua esperienza non si esaurisce qui, e ci racconta di un’altra storia che deriva da una forma ancora differente di affido della durata di qualche mese.
 
Con questa prima esperienza si è delineata la distinzione tra affido e adozione, poiché nel primo è previsto che vengano mantenuti i legami con la famiglia d’origine da parte del bambino.
Una seconda particolarità emersa è che l’affido è un percorso che dovrebbe essere di natura temporanea. La legge stabilisce che può avere una durata di 24 mesi rinnovabili in altri 24, ma come questa storia ci racconta, la vita a volte riserva delle eccezioni.
 
Parlare di affido ha spostato il dibattito sul modo di aiutare i bambini senza arrivare al ricollocamento fisso e qui prendono parola le esperienza di vicinanza solidale e la loro esperienza durante la pandemia.
 
La seconda testimonianza, in particolare, vede protagonista una coppia che da due anni ha iniziato l’esperienza dell’affido leggero. Da un giorno alla settimana questo si è progressivamente allungato, creando un legame profondo tra  la coppia, la loro figlia naturale e la bambina da loro seguita. I protagonisti della testimonianza raccontano di come, piano piano, un’esperienza nata con lo scopo di migliorare una piccola vita, li abbia resi felici e abbia, di riflesso, migliorato la loro.
 
La terza testimonianza ha raccontato, invece, di un’esperienza che ha mosso i primi passi coinvolgendo una coppia e due bambine, la cui necessità di ricorrere alla formula dell’affido leggero era sostenuta da un decreto. Un’avventura intensa e coinvolgente che ha visto una prima battuta d’arresto durante la prima fase di emergenza sanitaria e che è stata successivamente ripresa.
 
Dopo una parte conclusiva dedicata all’interazione tra la chat degli spettatori e i partecipanti all’evento, la serata volge al termine con i ringraziamenti verso chi permette, tutti i giorni, il proseguimento di azioni solidali all’interno della comunità valsabbina, con la speranza di allargare ulteriormente la grossa rete della solidarietà e della vicinanza, in modo tale che sempre più persone possano aiutare ed essere aiutate.



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