In vista della prossima uscita ecologica di “plogging” - in programma per questa domenica, 18 aprile – una riflessione sulla plastica e sulla necessità di ridurre drasticamente l'inquinamento che produce
L’inquinamento non si ferma. E spaventa.
Viene dal greco
plastikos, che significa ‘modellabile’. E’ la plastica, uno dei materiali più usati al mondo, in innumerevoli forme e strutture chimiche. Fin dal 1990 la sua produzione ha superato quella dell’acciaio ed attualmente ammonta ad oltre 300 milioni di tonnellate annue. La plastica, si dice, è servita ad allungare la vita delle persone, soprattutto per le sue funzioni nel campo medico e dell’igiene, come protezione da infezioni e contaminazioni. Ma già da decenni ci si chiede se i danni non siano superiori ai vantaggi.
Il guaio principale di questo controverso ma finora vincente prodotto è rappresentato dai tempi di decomposizione, che, calcolati sulla durata della vita umana, appaiono eterni; in effetti non lo sono, ma sono comunque lunghissimi e creano dei problemi seri.
Basti pensare che gli oceani ricevono ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica ed attualmente pare ne contengano 150 milioni. L’inquinamento è inevitabile, anche a causa del leggero peso della plastica, che è inversamente proporzionale al suo volume: un kilo di acciaio sta in una mano, un kilo di sacchetti di plastica occupa una superficie enorme.
I sacchetti, che sono i prodotti più diffusi, impiegano 20 anni per decomporsi. E intanto, se non finiscono nella raccolta differenziata, finiscono nelle discariche, per le strade e nei prati ed anche in bocca ai pesci che mangiamo.
E’ doveroso ricordare, a questo punto, che nella storia della plastica compare anche un illustre nome italiano: è quello di Giulio Natta, docente di chimica industriale al Politecnico di Milano, il cui gruppo di lavoro mette a punto nel 1954 un particolare polipropilene, che verrà prodotto nel 1957 dalla Montecatini col nome di Moplen (uno dei più grandi successi scientifici e industriali della chimica italiana di ogni tempo) e che darà nel 1964 a Natta, insieme al tedesco Karl Ziegler, il premio Nobel per la chimica. Ma adesso è indispensabile correre ai ripari, prima di raggiungere il punto di non ritorno, col rischio che il problema rimanga insolubile.
La strategia è che ognuno faccia quel che può e che gli compete. A Paitone l’amministrazione Maestri è impegnata in un’offensiva su più fronti. Dall’incentivazione della raccolta differenziata porta a porta, che ha già dato buoni risultati ed è in continua crescita (nel 2019 sono state conferite 58,98 tonnellate fra imballaggi in plastica e lattine, salite nel 2020 a 60,59 tonn.) grazie ad una responsabile partecipazione del paese; all’impegno verso la riduzione dell’impiego di plastiche, soprattutto monouso e per imballaggi, con l’obiettivo di limitarne e possibilmente annullarne l’utilizzo negli uffici comunali; ad un attento e persistente controllo del malcostume rappresentato dall’abbandono dei rifiuti al di fuori del sistema di raccolta, in pratica nel territorio urbano, con l’utilizzo delle telecamere già esistenti (non molto utili vista la scarsa luminosità e definizione) e di altre di ultima generazione (una dozzina), che saranno installate in occasione dei lavori di efficientemento energetico col passaggio a led dell’illuminazione pubblica, lavori che avranno luogo nei prossimi mesi .
Ma l’intero progetto di lotta alla plastica è ben più ampio.“La pulizia del territorio - precisa il sindaco Alberto Maestri - non intende sostituirsi al lavoro che spetta alle amministrazioni”, ma mira ad una complessiva azione ‘culturale’, che agisca da una parte sul fronte dei consumi superflui e dall’altra rivesta una funzione educativa che vada ad incidere sugli abbandoni nel territorio.
A questo proposito il Comune di Paitone vuole impegnarsi con determinazione nel progetto ‘Plastic Free’, per l’educazione al rispetto delle aree esterne alla discarica. Particolarmente ‘caldo’ il problema del tratto di strada di strada (via Chiosetto) in direzione del Buco del Frate, che da diversi anni è una vera e propria discarica a cielo aperto e che richiede, perciò, una pesante azione di contrasto alle trasgressioni, anche visti i costi necessari alla bonifica.
Basti pensare che in un tratto di appena 200 metri l’impegno di spesa è quantificabile in 50-70 mila euro, vista la molteplice tipologia dei rifiuti presenti nell’area. In collaborazione con Plastic Free e direttamente con la referente Denise Conforti, di Nuvolento, il Comune organizzerà per il 18 aprile, nella giornata dedicata alla lotta contro l’abbandono della plastica, e di tutti i rifiuti in genere, un'uscita ecologica che coinvolga il maggior numero di persone, ragazzi e adulti, impegnati su percorsi diversi, nel territorio comunale e adiacenze. Con un'opportuna distribuzione per non creare affollamenti. Covid permettendo, naturalmente.
I percorsi sono due, entrambi facili, di lunghezza limitata e non faticosi, percorribili senza problemi da tutti i partecipanti, che potranno sceglierli al momento del raduno. La partenza è fissata nella piazza del municipio di Paitone alle ore 8.30 del 18 aprile. Primo percorso. Dopo un iniziale tratto urbano si salirà lungo la via Chiosetto fino al Buco del Frate, proseguendo poi nella via di pertinenza della cava oltre la sbarra, con discesa sulla strada asfaltata in direzione Pospesio e ritorno a Paitone. La distanza del primo percorso è calcolata in circa 8 chilometri per un dislivello di 180 metri.
Secondo percorso. Partenza sempre nella piazza del municipio con iniziale tratto urbano. Si sale, poi, per strada al Santuario e a San Martino, per imboccare successivamente la strada verso Sarzena e scendere per sentieri al Fontanone, fino a tornare al parco e infine al municipio. La lunghezza del secondo percorso è di circa 10 chilometri, per un dislivello di 280 metri. I due gruppi di partecipanti saranno assistiti ciascuno da due guide, volontari, dell’organizzazione. I partecipanti saranno muniti di sacchi e guantini per la raccolta dei rifiuti, forniti dal comune di Paitone, che offrirà anche delle merendine per calmare la fame e reintegrare gli zuccheri.
L’associazione Plastic Free è nata formalmente, come Onlus, il 29 luglio 2019 per interessamento di gruppi di volontari amanti della natura. Sorta originariamente nelle Marche come realtà digitale (cioè via social), ha lo scopo di informare e sensibilizzare il pubblico circa la pericolosità della plastica, in particolare di quella monouso. Il progetto ha avuto un inizio molto soddisfacente, tanto che sui social ha già raggiunto 150 milioni di utenti in tutto il mondo. In Italia figurano 550 referenti. Ma questo, come dicevamo, è solo l’inizio. Il link per l’iscrizione all'uscita ecologica, che avrà luogo nel rispetto delle ultime disposizioni vigenti, è il seguente:
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/18-apr-paitone/.