01 Aprile 2021, 08.00
Provincia
AIB Confindustria Brescia

«Brescia regeneration», i risultati del progetto

di Redazione

Presentati i risultati della ricerca promossa da Confindustria Brescia per delineare i futuri possibili del territorio bresciano all’orizzonte 2030


Nel futuro prossimo del territorio bresciano, le imprese investono sostenute da politiche per la transizione green con regole chiare, tempistiche ragionevoli e meccanismi di riduzione dell’impatto ambientale, il Mediterraneo si configura come nuovo mercato domestico per le aziende, la diffusione del 4.0 aumenta il contenuto dei servizi e crescono le collaborazioni tra imprese, dettate dalla complessità delle sfide in atto. Alla base di tale scenario figura, inoltre, la riduzione della distanza tra offerta formativa e domanda lavoro.

Sono questi i principali risultati emersi dal progetto #BresciaRegeneration, promosso da Confindustria Brescia e realizzato da Prometeia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, e presentati ieri mattina, durante un appuntamento tenuto in modalità online. L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di delineare i futuri possibili del territorio bresciano all’orizzonte 2030, il modello manifatturiero, economico e sociale più desiderabile per Confindustria Brescia e le azioni da mettere in campo per la realizzazione di tale modello.

All’incontro, moderato da Filippo Schittone (Direttore Generale Confindustria Brescia), sono intervenuti Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia, Alessandra Lanza, Senior Partner – Head of Industrial and Regional Strategies di Prometeia, Giuseppe Schirone, Senior Manager di Prometeia, e Carmine Trecroci, docente di Economia Politica dell’Università degli Studi di Brescia. L’evento online ha rappresentato una prima tappa di presentazione del progetto, che – data la complessità e l’ampiezza degli stimoli raccolti – verrà approfondito anche in successivi momenti.
 
La Visione del futuro di Brescia proposta dalle imprese alla comunitĂ 

Nel futuro di #BresciaRegeneration le imprese investono sostenute da politiche per la transizione green con regole chiare e semplici, tempistiche ragionevoli e meccanismi di riduzione dell’impatto ambientale delle attività; nuove soluzioni per la sostenibilità sono perseguite anche sul fronte sociale e di governance (ESG). I rischi legati all’invecchiamento della popolazione sono mitigati da innovazioni tecnologiche e istituzionali.

Le catene globali del valore si riposizionano su blocchi geografici con regole commerciali comuni e il Mediterraneo diventa un nuovo mercato domestico per le aziende bresciane.

La diffusione delle tecnologie 4.0 aumenta il contenuto di servizi dei prodotti industriali che diventano il campo di applicazione più dinamico – in analogia con quanto avvenuto negli anni ’10 per i servizi e per alcuni beni di consumo – delle nuove tecnologie.

Le fabbriche sono ridisegnate per estrarre il potenziale legato alle soluzioni 4.0 per consolidare o aumentare il controllo del proprio dominio manifatturiero.

La complessità delle sfide spinge le imprese alla collaborazione: alcune costruiscono reti di coordinamento orizzontali per condividere i costi dell’innovazione, scambiare dati e know-how, dialogare con altri stakeholder e approcciare i mercati.  Altre (terminali di filiera, leader tecnologici) si fanno convinte promotrici di percorsi di aggregazione «verticali» e «di scopo», ad esempio sul fronte della sostenibilità e della formazione.

La realizzazione di questa visione di futuro è resa possibile grazie alla riduzione della distanza tra offerta formativa e domanda lavoro attraverso il rafforzamento della collaborazione tra tutti gli attori del sistema formativo.

L’obiettivo di #BresciaRegeneration

Nel 2020, con la crisi sanitaria, l’economia bresciana ha perso circa 9 punti di valore aggiunto e 15 punti di fatturato industriale. Nell’ipotesi di un graduale ritorno alla normalità a partire dalla seconda metà del 2021, la ripresa dell’economia mondiale genera condizioni per un recupero quasi completo del terreno perduto dall’economia provinciale già entro la fine del 2022.

Oltre alla sfida della resilienza, Brescia è chiamata anche alla necessità di rigenerarsi, anticipando o reagendo ai cambiamenti del mondo economico del decennio.

Guardare oltre la crisi sanitaria e dotarsi di una visione per il futuro del sistema manifatturiero e per quello del proprio territorio, con obiettivi concreti e linee di intervento su cui investire, anche facendo leva sul Next Generation EU e sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: questa l’ambizione di #BresciaRegeneration, che ha coinvolto, durante i 6 mesi di lavoro, un think tank di oltre 20 esperti nazionali (accademici, imprenditori e manager, oltre ai futuri ministri del Governo Draghi, Patrizio Bianchi ed Enrico Giovannini) e 100 imprese associate.

La base di partenza: punti di forza e aree di miglioramento

Il percorso inizia da una riflessione sul posizionamento del sistema bresciano rispetto ai territori italiani ed europei più avanzati a vocazione manifatturiera. Il confronto ha riguardato i quattro “pilastri” della competitività: Benessere e qualità della vita, Capitale Umano, Imprese e innovazione, internazionalizzazione. Ne è emerso un sistema provinciale relativamente ben attrezzato su questi due ultimi fronti, ma con ritardi sui primi due. Se, infatti, la manifattura ha un posizionamento di eccellenza su indicatori come crescita, investimenti, produttività del lavoro e capacità di presidio dei mercati esteri, ritardi significativi emergono in termini di livelli di emissioni inquinanti, offerta culturale, tasso di attività femminile, giovani laureati, NEET e disoccupazione giovanile.

Tendenze demografiche, crescita globale, paradigmi di consumo, offerta formativa, riconfigurazione catene del valore, connessioni di rete, tecnologie digitali abilitanti, controllo del dominio, risk management e sostenibilità. Queste le 10 variabili chiave individuate dal think tank e proposte alle imprese bresciane per analizzarne le traiettorie evolutive (direzione ed intensità dei cambiamenti) e l’impatto sulla morfologia del sistema bresciano.

Costruire insieme il proprio futuro

La pragmaticità che caratterizza le aziende bresciane e l’adesione ai principi della responsabilità sociale hanno consentito di individuare, per i quattro pilastri dello sviluppo provinciale, 350 microazioni che rendono più probabile lo scenario di #BresciaRegeneration.

Benessere e qualità della vita: benvenuti a Brescia. La provincia si trova di fronte a due sfide: quella della sostenibilità e quella dell’attrattività del territorio. In merito alla prima, è necessario elaborare un’analisi condivisa sia sul livello attuale delle emissioni inquinanti sia su un set di indicatori ESG per poi definire obiettivi di sostenibilità nel contesto del New Green Deal europeo. Per vincere la sfida dell’attrattività, bisognerà poi prestare attenzione anche alle infrastrutture, fisiche e digitali, necessarie per costruire un sistema di connessione al passo con le esigenze del decennio. Oltre a creare le basi per un territorio sempre più attrattivo, sarà fondamentale ridisegnare la strategia di marketing territoriale, sfruttando il driver di Brescia capitale della cultura 2023.

Capitale umano: nuovo modello “life-long” per l’offerta formativa. Si impone la necessità di una nuova proposta formativa che coniughi le aspirazioni dei giovani e i fabbisogni delle aziende, promuovendo una collaborazione scuola-famiglie-imprese-istituzioni per ridurre l’attuale distanza. La formula prevede sia la messa a sistema delle attuali buone pratiche già utilizzate in provincia (collaborazioni con scuole professionali, incontri fra imprenditori e studenti, esperienze dei docenti in fabbrica) che l’adattamento alle esigenze localI delle esperienze di dual system tedeschi e svizzeri (alternanza lezioni in aula e lavoro in azienda retribuito).

Imprese: ecosistema per l’innovazione. Le istituzioni avranno il compito di facilitare l’innovazione e incoraggiarla attraverso la lotta alla burocrazia e con l’utilizzo di incentivi. Nelle filiere le aziende troveranno momenti di condivisione di competenze, bisogni, obiettivi e azioni. Il sistema associativo farà da collante tra i diversi attori dell’ecosistema bresciano, favorendo i momenti di scambio di informazioni e promuovendo il Made in Brescia sia tra le imprese stesse che all’esterno. Per le imprese manifatturiere sarà decisivo adottare un approccio cooperativo e (di rete o di filiera) con i player del proprio ecosistema di riferimento.

Internazionalizzazione: fare insieme per fare meglio. Anche sul fronte dell’internazionalizzazione, Il framework di Brescia 2030 non può quindi prescindere da un’evoluzione verso modelli cooperativi che consentano di condividere i rischi e moltiplicare le risorse, superando i vincoli di scala.

Nella foto, da sinistra: Carmine Trecroci, Giuseppe Pasini, Giuseppe Schirone e Filippo Schittone





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