«Covid free»

Cinquantanove giorni senza covid.
Chiedi in giro, tutti sorridono e... toccano ferro.

Adagiato sui detriti trascinati a valle nei millenni dal torrente Re, a 400 metri di quota in riva al lago d’Idro, ad Anfo vivono meno di 500 anime e questo certo aiuta a mantenere bassi i contagi, ma non basta: in tempi di diffusione galoppante di perniciose ed infestanti “varianti” sappiamo che anche i Comuni più piccoli finiscono col sottostare alle leggi della statistica: ci si infetta e ci si ammala.
Qui no.

E non solo in questa terza tornata.
Nell’intero anno di riferimento i lutti causa Covid-19 sono stati due: sempre troppi ovviamente, ma nemmeno in paese: «Si tratta di due persone anziane che erano ospiti nelle case di riposo della valle, altri lutti fortunatamente non ne abbiamo avuti» conferma il sindaco Umberto Bondoni.

Che precisa: «Durante la “seconda ondata”, sempre in modo piuttosto limitato, anche noi abbiamo patito alcuni contagi, più che altro in quelle famiglie composte anche da studenti, i quali avevano rimediato il virus a scuola».
Ora invece no: dal 17 gennaio nemmeno un contagio.

Qual è il segreto? «Magari lo avessimo, un segreto capace di evitare le infezioni da Covid-19, saremmo pronti a divulgarlo a tutti quanti – aggiunge Bondoni -. Penso che il fatto di avere una popolazione piuttosto anziana in questo caso giochi a favore, perchè giovani lo siamo stati tutti e lo sappiamo come a quell’età ci sia una certa predisposizione ad infrangere le regole.
Cose che gli anziani hanno più difficoltà a fare».

«Poi chissà: fatti i debiti scongiuri perché un giorno con l’altro questo record potrebbe svanire, ci piace pensare che contribuiscano a questo risultato anche la purezza dell’aria e l’ambiente salubre tipico del nostro paesello».

Sul rispetto delle regole da parte degli abitanti scommette anche il vicesindaco Luca Dagani, che i compaesani li incontra ogni giorno nell’unico negozio di alimentari: «Quando dentro ce ne sono due gli altri aspettano fuori e tutti quanti ben distanziati e con le mascherine» ci dice.

Va detto che ad Anfo al bar non ci si va neppure per l’asporto, essendo chiuso l’unico locale.
Resta l’Imbarcadero con l’Angiolino Regoli che si è attrezzato a fare il servizio mensa: «Solo per le ditte che lavorano in loco e sono sempre le stesse persone, riesco così a recuperare la metà delle spese».

Aperti ci sono la carolibreria-tabacchi di Thomas Fusi ed il “Bazar” di Daniela Baga.
E c’è la farmacia, da qualche tempo gestita dal dottor Giacomolli, una delle poche in zona ad effettuare test rapidi sul Covid-19, attrezzata a farlo attraverso la sede “madre” di Bagolino: «Siamo andati a “scuola” e siamo pronti anche a vaccinare le persone, sempre che arrivino i vaccini» ci dice lo “spesiér”.