Homo sapiens sapiens. E poi?

Prima di esporre le mie tesi riguardo l’argomento, è doveroso spiegare cosa sia l'intelligenza artificiale:

“[...] l’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi sia hardware che software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali.”
. fonte https://www.intelligenzaartificiale.it/

In poche parole le differenze fra l’uomo e la macchina vengono, in parte, diminuite attraverso un lungo processo di programmazione e test.

Nonostante le ricerche svolte da menti geniali, finanziate dai maggiori magnati (fra cui Elon Musk), dubito che i robot saranno completamente superiori a noi, nemmeno in futuro.
Certamente hanno capacità logiche e di memorizzazione di gran lunga superiori alle nostre, e ciò è innegabile, ma sono presenti fin troppi difetti.

Prima di tutto sono incapaci di cogliere il significato di ciò che leggono e hanno in memoria, anche se riescono a schematizzarlo in modo eccelso (è stato condotto anche uno studio a riguardo).

Inoltre non sono dotati di alcun tipo di intelligenza creativa spontanea, non possono farsi cogliere e trascinare dall’ispirazione, anche perchè non hanno emozioni.
Sarebbe, secondo me, impossibile integrarle: creare un algoritmo tale da poter emulare l’emotività di un uomo, tenendo conto che ognuno di noi con uno stesso impulso reagisce in maniera completamente differente, è un’impresa complessa solo da immaginare.

Immaginiamo che, mentre sono in giro, faccio uno scherzo a tre persone: queste non avranno la stessa reazione; la prima potrebbe ridere, la seconda potrebbe arrabbiarsi e la terza potrebbe rimanere indifferente, ma questo dipende anche dal mood in cui sono gli individui e molti altri fattori psicologici.

Il limite più grande, però, è che non possono fare ciò per cui non sono stati programmati: per esempio, se un robot è stato progettato per scrivere la lettera “a”, non può di certo scrivere la lettera “b”; e non per volontà propria, ma perché incapace di farlo!
Una persona, invece, se non sa fare un qualcosa, col tempo può impararlo: noi siamo entità dinamiche e in costante evoluzione, al contrario delle intelligenze artificiali che non possono mutare in alcun modo.

Insomma, dati tutti questi limiti e difetti, dubito che saremo superati dall’IA, o almeno, non in ogni singolo aspetto.
Però chi lo sa se in futuro, con l’evoluzione della tecnologia, le menti più brillanti delle future generazioni ci riusciranno.

Luca Ferrari

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