30 Luglio 2008, 00.00
Valsabbia - C
Dalla Valtrompia

Comunità montane? «Silurate da Tremonti»

Spulciando tra le righe del decreto Tremonti, «blindato» con il ricorso alla fiducia, il presidente della Comunitŕ montana triumplina ha individuato un emendamento che potrebbe rappresentare la rapida fine delle comunitŕ montane.

Spulciando tra le righe del decreto Tremonti, «blindato» con il ricorso alla fiducia e approvato dalla Camera dei deputati giovedì scorso, è saltato fuori un emendamento, introdotto pare alle due di notte in sede di commissione su iniziativa di un deputato padovano prima che il testo definitivo passasse in aula, che se applicato rappresenterebbe sostanzialmente la (rapida) fine delle comunità montane. Che nel Bresciano sono cinque.
La «postilla» in questione prevede in successione tre ulteriori tagli da 30 milioni di euro l’uno (negli anni 2009, 2010 e 2011) al fondo ordinario nazionale che va a sostenere il funzionamento degli enti comprensoriali.

Considerato che lo stesso fondo ammontava l’anno scorso a 194 milioni, e che subirà nel biennio 2008-2009 una decurtazione già prevista di 68 milioni complessivi, con l’aggiunta della nuova sforbiciata nel 2011 sarà ridotto a poco più di 30 milioni. E fatti due calcoli, già in un solo anno, il prossimo (conteggiando i 68 già previsti più 30 milioni) ci sarebbe una riduzione del 50% dei capitali disponibili per il funzionamento di questi enti.
Considerando che il trasferimento alla Comunità montana della Valtrompia è stato di circa 1,2 milioni nel 2007, e che lo stesso si è ridotto a circa 850 mila nell’anno in corso, nel 2011 si arriverebbe a un contributo di soli 200 mila, quando gli stipendi attuali ammontano a circa 750 mila. In pratica non ci sarebbero i fondi necessari già dall’anno prossimo.

«Ci sono due modi per far sparire un ente - commentava ieri a Gardone Valtrompia il presidente della Comunità locale Fabio Ferraglio -: eliminarlo o farlo morire per fame». Amarezza e anche un pizzico di esasperazione insieme alla preoccupazione: tutto questo traspariva chiaro nelle parole con le quali il presidente, insieme al suo vice Paolo Pagani, ha presentato a nome del direttivo una situazione definita «grottesca»; anche alla luce di alcuni fatti recentissimi da ricordare.
Non più di un mese fa, le regioni hanno approvato le specifiche leggi di ridefinizione della Comunità come richiesto dal governo e dalla normativa in vigore, e le hanno ridotte da 355 a 200 sull’intero territorio nazionale. Contemporaneamente, in sede di conferenza Stato-Regioni, in accordo con Anci, Uncem ecc. e col ministro Fitto, si era convenuto che a settembre si sarebbe avviato un confronto sull’intera materia del riordino degli enti locali.
Ma adesso, se in settimana anche al Senato verrĂ  posta la fiducia sul decreto Tremonti, in pratica salvandolo da ogni possibile modifica, tutto sarĂ  sostanzialmente azzerato.

«Nessuna Comunità Montana anche virtuosa, come in genere tutte quelle lombarde, potrà reggere questo ulteriore taglio. Stiamo solo chiedendo un minimo di riconoscimento, ed è ora di finirla per quanto ci riguarda coi "costi della politica"», hanno affermato insieme Ferraglio e Pagani citando ancora alcune cifre.
In Valtrompia, ma è così in generale in Lombardia, le indennità complessive degli amministratori ammontavano nel 2007 all’1,5% del bilancio, già ridotte all’1,2% nel 2008 con la nuova legge regionale. E tutte le indennità di un anno (di presidente, direttivo e consiglieri) in Valtrompia ammontano a un terzo di quanto viene percepito da un solo parlamentare nello stesso periodo.

I 250 dipendenti del Senato (sono cifre ufficiali fornite dall’Uncem) costano 295 milioni all’anno; più di 250 mila euro a testa, mentre i 6.000 dipendenti delle ex 355 comunità montane, con una media quindi non di centinaia ma di 17/18 addetti per ogni ente territoriale, costano 120 milioni all’anno complessivi.
«I cittadini devono sapere tutto questo - hanno concluso insieme Pagani e Ferraglio -, e meditare a fondo sulle cosiddette scelte di risparmio fatte da questo governo. Le Comunità montane hanno già dato, a adesso chiediamo rispetto»

di Edmondo Bertussi da Bresciaoggi


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