Riforma sanità lombarda, le proposte di Fratelli d'Italia
di Redazione
Anche la federazione bresciana del partito di Giorgia Meloni ha predisposto un documento sull’evoluzione del sistema sociosanitario lombardo curato dal referente del Dipartimento Sanità, il valsabbino Vanni Ligasacchi
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Fratelli d’Italia Brescia ha predisposto un documento in merito alla riforma della legge regionale 11 agosto 2015, n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33” (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità).
Il documento, curato dal Dipartimento Sanità della federazione bresciana di Fratelli d’Italia, il cui referente è il valsabbino Vanni Ligasacchi, è stato condiviso con il coordinatore provinciale Fratelli d'Italia Brescia Senatore Gianpiero Maffoni e con il referente l’organizzazione provinciale Diego Invernici.
Lo riportiamo integralmente.
La legge n. 23 del 2015 sul sistema sociosanitario come è noto, è attualmente in fase di revisione da parte del Consiglio regionale lombardo, su sollecitazione del Governo nazionale, considerata la prevista scadenza normativa della sua applicazione sperimentale.
L'occasione è dunque propizia, anche per il nostro partito, per contribuire ad ampliare la riflessione sul delicato tema, già avviata da alcune forze politiche, condividendo l'obiettivo di costruire, con le istituzioni, le forze politiche e sociali del territorio bresciano, il più ampio consenso su alcuni obiettivi per noi ritenuti migliorativi della normativa regionale.
In particolare i Dipartimenti sanità e organizzazione, in queste settimane hanno promosso un ampio confronto con Medici di medicina generale, operatori sanitari ospedalieri e territoriali, associazioni di categoria, farmacisti, sindaci e istituzioni, dal quale sono state sintetizzate alcune proposte concrete. La prima questione riguarda il rapporto tra la politica territoriale espressa dai Sindaci eletti direttamente dai cittadini e la concreta gestione territoriale dei servizi sanitari e socio sanitari in capo alle ATS e ASST.
Infatti, se 40 anni fa alla politica dei territori si imputava troppa invadenza nella pianificazione e gestione della sanità pubblica, facendo spesso prevalere interessi particolari, oggi all’opposto, il ruolo dei Sindaci, chiamati in prima persona a rispondere alle doglianze dei cittadini, è ormai ridotto a pareri meramente consuntivi e tutto il potere decisionale rimane in capo alla programmazione regionale e alle direzioni strategiche aziendali.
Per tale motivazione, riteniamo che sia più che mai necessario potenziare il contributo dei territori nella programmazione e integrazione dei servizi sanitari, socio sanitari e sociali, immaginando un rafforzamento decisionale del ruolo della Conferenza dei Sindaci e della Cabina di regia, laddove già oggi la norma li prevede, magari spingendosi politicamente a riconoscere alla stessa Conferenza dei Sindaci, la dignità di organo giuridico dentro le stesse ATS, ASST, o IRCCS.
Un’altra importante questione riguarda il riconsiderare il valore, il ruolo e la peculiarità degli Spedali Civili di Brescia alla luce delle criticità emerse con l’applicazione della l.r. 23/15. Dal nostro punto di vista, si condivide l’idea che agli Spedali Civili debba riconoscersi quell’importante ruolo che storicamente si è conquistato, anche con la preziosa presenza dell’Università e diventare uno tra i grandi ospedali nazionali, con le specialità sanitarie di secondo e terzo livello.
Consapevoli che la conversione giuridica in IRCCS richiede un percorso articolato che senz’altro deve essere avviato, Fratelli d’Italia di Brescia intende farsi promotore di un tavolo di confronto, all’interno delle forze di centro destra, per ricercare una posizione comune nella direzione espressa. Contemporaneamente ritiene che un significativo risultato possa già essere quello di aumentarne gradualmente l'autonomia, scorporando dalla stessa ASST sia l’Ospedale di Montichiari che l’ex Distretto ASL di Valle Trompia.
Questa seconda ipotesi per altro, aprirebbe la strada ad un altro obiettivo per noi funzionale a potenziare la sanità di montagna, alla luce delle carenze che l'epidemia Covid ha evidenziato e cioè quello di costituire un’ulteriore ASST (Delle Tre Valli), comprendente i territori delle Comunità montane di Valle Trompia, Valle Sabbia e Alto Garda, meglio rispondente a migliorare la stessa medicina del territorio, l’integrazione socio sanitaria, i servizi domiciliari e di comunità.
Riteniamo infine che l’applicazione del modello pensato dalla legge 23/15 per la Valle Camonica, non abbia certo rafforzato la sua autonomia gestionale ed economica. Riconducendo l’ASST di Valle Camonica nell’alveo più naturale dell’ATS di Brescia, crediamo sia un primo passo verso una ritrovata autonomia, nell’ottica di una più funzionale programmazione e gestione dei servizi sanitari e socio sanitari della valle.
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