Il passo falso del... Draghi

Per gli studenti certamente no, come dimostra la miriade di memes già presenti sul web e la generale indignazione in particolare dei maturandi, ma anche dei docenti, partiti con il piede di guerra quando qualche settimana fa era stata avanzata la prima proposta.

Lo scopo degli eventuali cambiamenti da apportare al calendario scolastico sarebbe quello di “recuperare” le ore perse durante quest’anno scolastico a causa della pandemia, ma evidentemente se da una parte alunni e professori comprendono le intenzioni di queste proposte, dall’altra si sentono attaccati sotto un altro punto di vista.

Durante questi mesi, infatti, i docenti hanno lavorato come ogni anno, avventurandosi fra le insidie e i disagi della DAD.
La stessa cosa è stata fatta dagli studenti, i quali si sono visti spesso e volentieri obbligati a studiare intere parti di programma praticamente da soli, data l’impossibilità di ultimare gli argomenti nei limiti previsti.

Le parole di Draghi, in un clima così stressato, sono state interpretate, dunque, da molti come una provocazione, una sorta di “la scuola in questi mesi non ha lavorato”, che è ovviamente falso.
Anzi, proprio per le difficoltà riscontrate a causa della pandemia, il personale scolastico e i ragazzi si sono dovuti rimboccare le maniche. Ora, sentendosi attaccati, sembrano propensi a prendere qualsiasi iniziativa riguardante l’ambito scolastico in maniera negativa.

“Le è capitato di entrare di recente in un’aula scolastica a luglio?”, scrive Andrea Maggi, il famoso docente d’italiano de Il Collegio, che ha deciso di esprimersi accusando il Presidente del Consiglio di non prendere in considerazione molti problemi pratici.

Allungare l’anno scolastico facendolo terminare a fine giugno? Già dalla prima metà di maggio, nella maggior parte delle scuole italiane occorre fare lezione con le finestre perennemente aperte e con un vestiario rigorosamente leggero, per quanto lo consenta l’ambiente scolastico, che, almeno alle studentesse, vieta severamente sia pantaloncini corti che canottiere.
Inoltre vi sarebbero problematiche per quanto riguarda i maturandi e occorrerebbe riorganizzare il calendario per eventuali iniziative di stage.

Lezioni pomeridiane? E gli alunni quando dovrebbero trovare il tempo per svolgere i compiti e per studiare? Anche solo il tornare a casa e nutrirsi sarebbe un inferno uscendo, ad esempio, alle 15 e ovviamente gli hobby e il tempo per riposarsi andrebbero nuovamente a quel paese.

Lezioni nei weekend? Certo, perché i giorni di vacanza sono un optional per dei ragazzi che stanno lentamente entrando nel mondo del lavoro e che quindi dovrebbero portarsi con loro il trauma di infinite settimane di duro lavoro senza alcun tipo di ricompensa o riposo.

Far cominciare l’anno prima? Probabilmente l’opzione che è stata accolta meglio, venendo quasi ignorata, coperta dalle lamentele verso le precedenti proposte.

Insomma, gli intenti sono buoni, ma manca la presa in considerazione di un sacco di problemi pratici: se da una parte Draghi viene spesso presentato come il “salvatore” dell’Italia in piena pandemia, sotto il punto di vista scolastico parte con un enorme passo falso.

Il personale scolastico e gli studenti, infatti, avrebbero voluto essere presi maggiormente in considerazione circa le problematiche da loro sollevate, prima fra tutte quella legata ai trasporti, anziché ricevere “soluzioni semplici a problemi complessi” e per i quali la scuola stessa stava già pensando a una soluzione.

Elena Tonolini

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