Un anno di Covid in Valle Sabbia

C’è una data che ricorda quando anche la Valle Sabbia ha iniziato a fare i conti con il Covid: domenica 23 febbraio 2020.
È di quel giorno l’ordinanza di Regione Lombardia che vietava le manifestazioni legate al carnevale.

La cosa suscitò subito sorpresa e disappunto, soprattutto a Bagolino, dove stavano per iniziare “Le santissime feste di carnevale”. Ma lo stesso giorno furono annullate tutte le feste negli oratori e di diocesi fece chiudere le chiese e annullare le messe vespertine.

Furono i primi di una serie di provvedimenti che diedero la percezione di un pericolo imminente, anche se all’epoca non fu compreso appieno.  Infatti, proprio a Bagolino, i giorni successivi ci furono ugualmente delle uscite in maschera in forma clandestina.

All’inizio di marzo il primo caso di Covid in Valle Sabbia, a Bione, un impiegato di un’azienda, con conseguenti quarantena per i colleghi.

Ben presto il nostro modo di vivere è cambiato radicalmente. Nei giorni seguenti si susseguirono provvedimenti sempre più restrittivi: prima la zona arancione per gran parte del nord Italia e infine il lockdown vero e proprio dal 9 marzo, con la chiusura delle scuole, la didattica a distanza, e altre modifiche del nostro quotidiano.

Furono giornate piene di ansia e angoscia: si usciva di casa raramente, solo per fare la spesa e poco altro. I Comuni iniziarono a costituire i Coc (Centro Operativo Comunale) con gruppi di Protezione civile o di volontariato per gestire i servizi per chi era in quarantena o per gli anziani.

Gli ospedali cominciarono ad accusare tutte le difficoltà nel gestire la pandemia. Nacquero, però, numerose iniziative di solidarietà: su tutte, nel bresciano AiutiamoBrescia, che ha raccolto più di 18 milioni di euro che sono stati utilizzati per comprare attrezzature per gli ospedali, mascherine, guanti, per Rsa, associazioni di volontariato e altro.

Un incubo che, purtroppo, a un anno di distanza non è ancora finito. Ora quello che fa temere di più e la diffusine delle varianti del Covid.
La speranza da inizio anno sta nelle vaccinazioni di massa, che però vanno ancora a rilento.