17 Febbraio 2021, 10.49
Serle
Controreplica

In un paese normale...

di Redazione

Controreplica della minoranza di Serlesì alla risposta a suon di manifesti da parte della maggioranza e dall’amministrazione comune in merito a un precedente volantino, con alcune precisazioni


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«In un paese normale, e che funziona come si deve, ognuno ha un suo ruolo preciso: la Maggioranza si comporta da Maggioranza (fa delle scelte, prende delle decisioni e porta a termine dei progetti) e la Minoranza si comporta da Minoranza (verifica che quanto deciso rispetti la legge e che sia in favore della cittadinanza; se così non fosse lo segnala, ha il dovere di farlo)».

Inizia così la nota dei consiglieri comunali del gruppo SerleSì per il Bene Comune, in risposta ai manifesti pubblicati dalla maggioranza e dall’amministrazione comunale per rispondere a un precedente volantino della minoranza.


«Ma evidentemente – prosegue la nota –, e nonostante l’indiscussa buona fede e il senso civico della popolazione, chi amministra il paese di Serle sta imprimendo una rotta che con la normalità e con la civiltà ha poco a che vedere. Ne è chiaro esempio la reazione astiosa e mistificatoria dei nostri amministratori a dei manifesti con i quali noi del gruppo di Minoranza esprimevamo un giudizio sui loro 20 mesi di gestione della cosa pubblica.
Del resto, chi ha pochi argomenti concreti, si arrampica sugli specchi, non essendo in grado di dare risposte…
I cittadini però sono meno ingenui e disinformati di quanto loro credano e quindi non risponderemo voce per voce a quanto scrivono in un manifesto che per i toni e per l’aggressività lascia a bocca aperta».

E snocciolano alcune precisazioni: «Vogliamo però ricordare, a coloro che non lo sapessero, che il progetto SPRAR, non solo non ha comportato alcun esborso da parte del Comune, ma che parte dei 157.000 euro, somma interamente finanziata da bando ministeriale, è stata utilizzata per ristrutturare i locali utilizzati per ospitare i richiedenti asilo, locali che erano e rimangono proprietà del Comune.

Che poi il contratto con la cooperativa che gestiva il bar in piazza Boifava andasse rinnovato, è evidente; come è evidente che, non volendo vincolare nessuno ad un contratto di 6 anni che non fosse condiviso, i precedenti amministratori fecero la scelta di prorogarlo temporaneamente, d’accordo con la cooperativa, lasciando all’amministrazione entrante la possibilità di procedere o meno al rinnovo. Quel che è paradossale è che, solo dopo due anni, gli amministratori in carica si siano accorti della situazione e che, dietro nostra richiesta abbiano deciso di farsi carico, almeno in parte, del problema.

Potremmo continuare punto per punto a rispondere alle loro insinuazioni condite da mezze verità, grazie anche al contributo di chi ci ha preceduto e grazie alla documentazione puntuale sui fatti, ma ora il problema vero è un altro: la lista Siamo Serle aveva preso degli impegni con gli elettori: programmi roboanti per interventi importanti: invece di attaccarsi a presunti errori passati, vediamo cosa hanno realizzato di tutto questo.

A dispetto di quanto sbandierato (“in 100 giorni sistemeremo l’ambulatorio di Montegnana”), gli ambulatori, sia a Serle Centro che a frazione Castello, sono nelle identiche condizioni del maggio 2019.
E che dire delle “attività concrete in favore dei più deboli, con particolare attenzione agli anziani e ai diversamente abili”? Abbiamo già denunciato la scarsa presenza in questo ambito, mentre in comuni limitrofi ci si è attivati per far sentire almeno una certa vicinanza, avvalendosi dei mezzi tecnologici oggi a disposizione.

O che dire ancora della “predisposizione di misure per tutelare la sicurezza personale e patrimoniale dei cittadini aumentando la presenza della Polizia Locale e promuovendo il coordinamento con le altre forze dell’ordine”? A quanto vediamo dei due agenti di polizia locale che erano in servizio prima, ne è rimasto uno solo  e non v’è traccia di accordi con altre forze dell’ordine.
Siccome siamo persone di buon senso, non vogliamo infierire e non citeremo i fantastici progetti dell’acquedotto di Cariadeghe e della strada Castello-Botticino, già difficili da realizzare in condizioni ordinarie.
In quasi due anni, gli unici progetti realizzati, a parte poche eccezioni, sono frutto della programmazione della tanto vituperata giunta che li ha preceduti.

C’è infatti un altro aspetto preoccupante, ci auguriamo frutto di inesperienza da parte degli amministratori attuali: si lamentano di aver ereditato situazioni problematiche “frutto di malagestione” e segnalano numerose inadempienze: ma non avevano neanche preso un minimo in considerazione che governare significa anche farsi carico dei problemi, affrontare situazioni, talora ereditate dal passato, complesse e non facili da gestire? Chi arriverà dopo di loro, si troverà a sua volta a dar seguito ad azioni da loro intraprese e che potevano essere meglio seguite».

Conclusione con un po’ di ironia: «A questo punto siamo assaliti da un forte dubbio: sarà forse per questo che stanno facendo il meno possibile?».



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