28 Gennaio 2021, 10.00
Gavardo
Giornata della Memoria

Pietre d'inciampo della Memoria

di Cesare Fumana

L’amministrazione comunale di Gavardo ha scelto Soprazocco, dove sono state collocate due “Pietre d’inciampo”, per commemorare la Giornata della Memoria


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Una semplice ma significativa cerimonia si è tenuta ieri a Gavardo per commemorare la Giornata della Memoria.

Il momento di riflessione si è tenuto a Soprazocco, davanti al civico 48 di via Benecco, dove nel 2015 furono posate le “Pietre d’inciampo” in memoria di due vittime del nazifascismo, Rivka Jerocha e Davide Arditi, catturati perché ebrei nella loro casa di Soprazocco e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, da dove non fecero ritorno.

Una storia rimasta nell’oblio per molti anni e che proprio grazie all’iniziativa delle “Pietre d’inciampo” è potuta tornare alla luce.

Le “Pietre d’inciampo” sono dei sampietrini ricoperti da una targhetta in metallo che riportano il nome della vittima del nazifascismo, che viene posata davanti all’ingresso dell’ultima abitazione del deportato: un progetto ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 2000 ha iniziato a posare queste pietre in tutta Europa.

A ricordare la storia dei coniugi Arditi ci ha pensato il prof. Antonio Butturini, della Commissione Cultura del Comune, a cui è seguito la commemorazione da parte del sindaco Davide Comaglio, che ha posato un mazzo di fiori sui due sanpietrini.

Rivka Jerocha e Davide Arditi furono catturati dai Carabinieri della locale stazione il 22 dicembre 1943. I coniugi, di origine bulgara ma cittadini italiani, avevano lasciato la Bulgaria per sfuggire alla persecuzione nazista degli ebrei e avevano trovato alloggio presso una famiglia di Soprazocco. A causa di una delazione, pratica ignobile ma lautamente ricompensata dalle autorità della Rsi, furono arrestati e trasferiti nelle carceri di Canton Mombello a Brescia.

Il 6 febbraio 1944 furono internati
nel campo di concentramento di Fossoli-Carpi. Da lì il 22 febbraio 1944 partirono (con lo stesso trasporto di Primo Levi e di Guido e Alberto Dalla Volta) giungendo ad Auschwitz il 26 successivo.
Davide Arditi, avendo già 61 anni, non passò la selezione e venne ucciso all’arrivo; la moglie Yerohan o Jerchan Rifka (così nell’elenco di Liliana Picciotto Fargion) morirà in luogo e data ignoti, forse ancora durante il viaggio.




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