Magari qualcuno ha i capelli bianchi, magari ci sono anche brave ragazze, ma tutti i cori hanno in comune due grandi passioni: la bellezza del canto e l’amicizia
Cantare in un coro significa vivere l’emozione di stupende melodie, a stretto contatto con altri amici che condividono il piacere di suscitare le medesime emozioni ad un pubblico attento e partecipe. Grazie al teatro, ho avuto la fortuna di conoscere alcuni cori, tra i quali gli amici del mitico coro “La Faita”, che da anni porta il nome di Gavardo nel mondo.
È impossibile sintetizzare le attività del coro gavardese. “La Faita” riesce a trasmettere il cuore che sta dentro le canzoni. E questo è frutto di un lavoro assiduo, di prove continue, di una ricerca costante.
Tutto inizia nel 1966, quando un gruppo di amici si unisce per amore del canto. Tra di loro Virgilio Baccaglioni, Gianfranco Abastanotti, Franco Braga, Luigi Codenotti, Italo Roner, Maioli Giuseppe ed il caro Eugenio Codenotti. Ispiratore il caro don Antonio Bonetta, la prima sede trova spazio nell’oratorio. Il primo maestro fu il caro Salvatore Pettini, che nel 1970 lasciò la bacchetta a Gian Franco Bosio.
Dal 1973 direttore è il maestro Valerio Bertolotti. Nato nel 1941 a Raffa di Puegnago, dopo aver ottenuto il diploma di Abilitazione Magistrale, studia
'Teoria, Solfeggio e Organo Liturgico' con il maestro Tonelli. In seguito frequenta il corso biennale di ‘
Teoria e Storia della Notazione Musicale Medievale e Rinascimentale’ presso la scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona. Ha studiato armonia e composizione con il
maestro Antonio Zanon. La sua prima esperienza di direzione corale è stata quella de “I Cantori della Valtenesi”, il coro polifonico che ha diretto per più di trent’anni. Arriva a Gavardo dove aveva aperto un’agenzia di assicurazioni, poi nel 1973 incrocia la sua vita con quella del Coro. “Facevano canti di montagna. Quando li sentii cantare per la prima volta, mi piacquero subito. Apprezzai il loro modo di stare insieme, come amici.”
Stupendo l’incontro umano ed artistico con il mitico compositore veneto Bepi De Marzi, del quale La Faita è diventata una degli interpreti migliori (l’ha definito “Menestrello dei giorni d’oggi”, soprannome da lui molto amato).
“Cante” meravigliose, vere e proprie poesie musicali, struggenti e profonde, che vanno alla radice delle cose della vita: come Balla Marietta, El fogo, Joska la rossa, La bomba imbriaga, La contrà de l’acqua ciara, Sanmatìo… E come non commuoversi quando si ascolta ‘Signore delle cime’?
Il grande Bepi De Marzi è cantore dell’inesorabile fine del mondo contadino-montanaro. “Piango un mondo umiliato e offeso. Molte delle mie storie cantate invitano al rispetto della memoria, alla pace. Nella musica non si deve mai finire di cercare, cercare e cercare. Non basta cantare: bisogna far pensare. Il punto è che non si canta se non si ama. In montagna, nei campi, nelle fabbriche e in guerra, si cantava grazie alla fraternità: serve una storia, comune o personale.”
Per i coristi de “La Faita”, le storie di vita quotidiana si aggiungono ai canti popolari, a quelli della tradizione, alla riscoperta di autori del Novecento come l’eccelso musicista gavardese Nestore Baronchelli (il maestro Bertolotti si è occupato della revisione e pubblicazione della molta musica ancora inedita).
La crescita e l’evoluzione del gruppo, hanno portato “La Faita” ad impegnarsi nell’esecuzione di brani di polifonia sacra e profana, nonché nella esplorazione del folklore e della musica popolare internazionale. Come ha detto il maestro: “Il modo di cantare si è evoluto negli anni. Prima c’era più robustezza, oggi più sentimento, anima e cuore da trasmettere al pubblico.” Canti in inglese, francese, italiano, dialetto bresciano. Varie esibizioni e concerti di grande pathos: Francia, Austria, Germania, Azerbaigian, Polonia, Germania, Russia, Olanda, Slovacchia, Giappone, Spagna…
E poi l’emozionante concerto a Roma nel 2003, quando avevano in programma un’udienza col Santo Padre e, inaspettatamente, il Cardinale Dziwisz li invitò a cantare intorno a Giovanni Paolo II. Cantare il Salmo 150 “Lodate Dio nel Suo Santuario” nella Sala Nervi davanti al Papa fu un tuffo al cuore, un’emozione indescrivibile!
Tra LP (come quello con sulla copertina la splendida foto del mitico “Zanèla” ) e CD (uno con lo stupendo quadro del caro Domenico Giustacchini), il Coro ha pubblicato volumi sulla propria storia, ha vinto diversi concorsi, organizzato mostre fotografiche, concorsi di pittura e di poesia con le scuole, tenuto eventi di solidarietà, partecipato a manifestazioni civili (come la “Festa del Creato” in Tesio) e religiose (come la Via Crucis sul Monticello). Ha collaborato con il Corpo Musicale “Viribus Unitis” ad una serata sulla Grande Guerra, presso il cinquecentesco chiostro di Santa Maria, in cui l’amico Fabrizio Landi (piccolo grande maestro!) ha fatto da voce recitante, indossando una divisa da “soldatino”.
Ogni due anni “La Faita” organizza un’importante rassegna corale denominata “Storie da salvare”, che richiama ensemble di varie regioni. “Con queste iniziative – ha detto il maestro Bertolotti – vogliamo esprimere tutto il nostro impegno e la nostra soddisfazione e la nostra voglia di cantare, cercando di trasmetterla anche ai giovani in modo che si avvicinino al canto corale, che è un’importante ricchezza da tramandare”.
Il coro ha fatto da colonna sonora a numerosi spettacoli del Teatro Gavardo.
Quando nel 1987 l’amico Deni Giustacchini ha ideato il bellissimo spettacolo “Bùli”, oltre al Teatro Poetico ed al Gruppo Teatrale Gavardese vi avevano partecipato sia il coro la Faita sia la banda "Viribus Unitis" diretta dal maestro Guido Poni. Nel 2005, nello spettacolo “L’ultimo inverno”, storie della Resistenza in Valle Sabbia, il coro “La Faita” anche in questo caso si metteva in gioco, muovendosi sul palcoscenico e creando suggestive atmosfere. Del resto, il termine “coro” non deriva dal greco khorós col significato di “danza unita al canto”?
Ha poi partecipato a “La ballata del disertore” (2008) con gli amici dell’Illustre Teatro di Vestone, a “Una piccola storia” (2012) in occasione delle Feste Decennali della Madonna della Rocca di Sabbio (grazie all’amica Manuela Bonacina). Il Coro ci ha seguiti in vari teatri per le numerose repliche de “La guerra negli occhi”, interpretato magistralmente da Deni e tratto dal bestseller dell’amico Mauro
Abastanotti “A chi dimanda di me”, lettere e diari di soldati valsabbini e gardesani dai fronti della Grande Guerra. Lo stesso progetto ha avuto un seguito nello spettacolo “Nicolajewka”, insieme alle belle musiche di Luca Lombardi ed al video-documento di Sara Ragnoli.
Non posso qui dimenticare altri cori che hanno partecipato agli spettacoli del Teatro Gavardo: il Coro misto “La Valle” di Vallio Terme diretto dal M° Massimiliano Sanca (Presidente è stata la simpatica Clara Federici), “Le Predelle” di Virle-Rezzato diretto dal M° Cesare Archetti e il Coro “Erica” diretto dal M° Vincenzo Loda, che alla fine degli spettacoli si mette attorno al tavolo e continua a cantare, fino a notte fonda (è presente il signor Maccarinelli, padre del mio amico attore in Francia).
Ci sono molti altri Cori del nostro territorio. Qui ne cito alcuni, e se ne dimentico qualcuno perdonatemi.
Il Coro Monte Castello di Tignale
Il Coro alpino "Rigoni Stern Vallesabbia-Valtenesi" diretto dal M° Paolo Pasini
Il gruppo da camera "Amaranta" di Salò Diretto da Dermelova Olha
Gli Òmdèldòm di Desenzano, diretto dal M° Gigi Bertagna
Il coro Unito Nuvolento-Nuvolera dei Maestri Perini Tiziano e Gobbini Marco
Il Coro d’Arma “La Fornasina” di Prevalle diretto dal maestro Ragnoli Carlo, dove è presente il mio amico maestro Angelo Mora
Il Coro Accademia “Ragazzi Incanto” di Prevalle diretto dalla mia simpatica ex alunna Veronica Ragnoli
Il maestro Ragnoli Paolo dirige il Coro “Schola Cantorum San Zenone” di Prevalle
Il Coro Sette Torri di Storo diretto da Omar Cucic
Il Coro di Bagolino guidato dalla Mª Susanna Zanetti (bella l’iniziativa del Coro Beorum con una serenata a sorpresa per la novantaquattrenne Nonna Pasquina)
La Corale “S. Giulia” di Paitone diretta sempre dal simpatico M° Vincenzo Loda
Il Coro Femminile “P. Maggini” di Botticino
Il Coro “La Rocca” di Sabbio Chiese
Il Coro dei Contradaioli di Manerba del Garda
Il Coro "Carminis Cantores" di Puegnago sul Garda diretto da Ennio Bertolotti
La Corale “Santa Cecilia” di Toscolano Maderno diretta dal M° Gianpietro Bertella
Il Coro "Altre armonie" di Vestone diretto da Mandanici Marcella
Il Coro "Monte Pizzocolo" di Toscolano Maderno diretto da Marco Colagiacomo e poi da Laura Toselli (per un periodo fu diretto anche dal M° Gianfranco Bosio)
L’Associazione corale San Matteo di Villanuova sul Clisi diretta dal M° Sara Piceni
Da segnalare che le restrizioni dovute al coronavirus non hanno fermato la tradizione del Canto della Stella: l’Associazione culturale Choros l’ha fatta arrivare nelle case dei bresciani attraverso la televisione. Su internet ho visto le belle immagini del Canto della Stella, con il mitico Daniele Meschini in primo piano. Bravi tutti!
“La vera musica, che sa far ridere e all’improvviso ti aiuta a piangere.” (Paolo Conte)
“La musica è Dio che sorride all’uomo.” (Anonimo)
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John
Nelle foto:
1) Immagini di repertorio de “La Faita” con i tre fantastici maestri
2) Lo spettacolo “Ultimo Inverno” con il Teatro Poetico Gavardo e “La Faita” (foto dell’amico Antenore Taraborelli)
3) “La Faita” in “Storie da salvare” nel 2018 (foto di Antenore, che ringrazio)
4) Il maestro Valerio Bertolotti con il grande Bepi De Marzi