La mozione allunga il processo decisionale

La dilatazione dei tempi di decisione riguardo al progetto del nuovo depuratore del Garda depositato da Acque Bresciane preoccupa tutte le parti coinvolte. E’ quanto messo in evidenza dall’Ato di Brescia in occasione della Cabina di regia, convocata ieri dal Ministero dell’Ambiente per fare il punto sugli aggiornamenti relativi all’iter di approvazione.

All’incontro hanno partecipato anche l’Ufficio d’Ambito di Verona, le Direzioni Ambiente delle Regioni Lombardia e Veneto e Ats Garda Ambiente in rappresentanza dei Comuni del lago.

L’Ato bresciana ha espresso una forte sollecitazione “a procedere celermente al completamento delle valutazioni tecniche e all'avvio del procedimento amministrativo”, con l’obiettivo che a febbraio, nella prossima Cabina di regia, sia già possibile analizzare sviluppi e verifiche in corso.

La mozione Sarnico, approvata dal Consiglio provinciale, ha stabilito che il nuovo depuratore dovrebbe essere localizzato sul Garda, secondo il principio delle aree territoriali afferenti. Durante la riunione sono sorti, tuttavia, alcuni dubbi sul carattere impositivo del documento e sulle condizioni delle condotte sublacuali, la cui dismissione è peraltro una delle ragioni del finanziamento statale.

La Comunità del Garda, dal canto suo, si rifiuta di parlare di una soluzione gardesana, ribadendo la necessità di realizzare gli impianti a Gavardo e Montichiari.

L’Ufficio d’Ambito di Brescia ha chiesto ad Acque Bresciane - seguendo la linea provinciale, nonostante le pressioni del fronte veronese a prendere una decisione il prima possibile - la verifica di una soluzione gardesana, che non sia per forza Lonato, da confrontare con il progetto del doppio depuratore a Gavardo e Montichiari, per valutare la presenza o meno di condizioni ambientali, tecniche ed economiche che siano di vantaggio tale da poter concretamente considerare un’alternativa.