Riscoprire la rete parentale e il buon vicinato

Il Comune di Vobarno, in collaborazione con l’Asl di Brescia e le associazioni di volontariato, ha predisposto anche per il 2008 un piano di interventi per la prevenzione e la gestione dei rischi legati ai fattori climatici, rivolto in particolare alla terza età.

«È noto infatti – spiega il sindaco Carlo Panzera – che sono proprio gli anziani a soffrire maggiormente il ritorno del grande caldo ed a loro è destinata la pubblicazione che l’ASL ha predisposto per far conoscere quali sono i rischi di stagione e fornire utili consigli di comportamento. Al Comune compete invece redigere la cosiddetta “anagrafe della fragilità”, ovvero l’elenco delle persone più esposte a rischio-calore in ragione dell’età, delle condizioni abitative, della presenza o meno di familiari, della vicinanza di persone conosciute.
Un lavoro che il Comune sta svolgendo in modo scrupoloso, raccogliendo tutte le informazioni possibili. Ma è importante – prosegue il primo cittadino – che anche i cittadini facciano la loro parte. Rivolgo dunque un invito a tutti i congiunti di persone anziane che vivono sole, a dedicare loro un’attenzione in più in questo periodo caratterizzato da ondate di calore».

«Nonostante gli sforzi e l’organizzazione messa in campo – spiega poi l’assessore alle Politiche sociali Paolo Barbini –, capita purtroppo di dover registrare ancora episodi di persone che vivono in solitudine e che presentano situazioni di disagio profondo. L’ufficio servizi sociali non può conoscere la situazione personale di ogni individuo e per prevenire i casi di persone in difficoltà è necessario che vi sia la collaborazione di tutti i cittadini. È importante affidarsi alla “cultura della prossimità” cioè all’azione spontanea di vicinato e auto aiuto che può sopperire a tanti interventi specialistici. Questo non significa che dobbiamo diventare tutti ispettori per scoprire e denunciare i casi di emarginazione – precisa l’assessore –; sarebbe sufficiente superare l’individualismo riscoprendo e valorizzando la rete parentale, e se quella non c’è o è carente, fare leva sui rapporti umani e di vicinanza di cui erano ricche un tempo le nostre comunità».

Per questo il sindaco rivolge anche un analogo invito a tutti coloro che, seppur non legati da vincoli di parentela, abitano in prossimità di persone sole.

A volte basta davvero poco (una visita veloce o anche solo uno squillo di telefono) per far sentire le persone meno sole, per prevenire stati di malessere, per instaurare quei rapporti di “buon vicinato” che fanno stare tutti meglio.

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