Sanità e sociale, un binomio indissolubile
di Valerio Corradi
La proposta di H+ insiste sull’importanza di aumentare l’integrazione tra servizi sanitari e sociali. Aspetto che andrà affrontato anche nella prossima riforma della sanità lombarda
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La proposta della piattaforma H+ Valore alla sanità, illustrata su Valle Sabbia News il 5 dicembre scorso (e consultabile nella sezione Dossier), vuole fornire proposte convincenti su alcune questioni aperte riguardanti i servizi sanitari del territorio.
Uno stimolo alla progettualità viene dall’attuale dibattito sulla revisione della legge sanitaria della Lombardia (L.R. 23/2015), una concreta occasione per valutare aspetti positivi e critici emersi nei cinque anni di attuazione della cosiddetta “riforma Maroni”. Al momento sono state avanzati schemi di riforma dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, da Lega e Pd. A questi si aggiungono le proposte di riforma elaborate dalla Direzione generale del Welfare e da un gruppo di saggi nominati dal governatore Attilio Fontana.
Il dibattito trova un possibile punto di convergenza nella necessità di imprimere una svolta territoriale, che avvicini i servizi ai contesti di vita dei cittadini. Seppure con sfumature diverse, è condivisa l’idea che il nuovo assetto debba comprendere un’assistenza primaria potenziata e allargata, che insieme alla figura del medico di medicina generale (il cosiddetto medico di famiglia) disponga di unità organizzative multi-professionali, e di percorsi capaci d’intrecciare diversi servizi di welfare. Tra le altre cose, sarà cruciale l’integrazione tra servizi sanitari e sociali.
Lo stesso Piano socio-sanitario lombardo 2019-2023 la riconosce come una “necessità imperativa” per organizzare risposte in grado di tutelare la salute e di contrastare la diffusa vulnerabilità sociale. A ben guardare, si tratta della stessa istanza posta esattamente venti anni fa, dalla tanto lungimirante, quanto incompleta, legge nazionale 328 del 2000, che ancora oggi sconta notevoli difficoltà applicative.
In attesa di capire quale sarà l’approdo di un percorso che si preannuncia lungo, è utile ribadire che il nuovo assetto non potrà trascurare il compito di ricostruire un rapporto fiduciario e collaborativo tra sanità, cittadini e territorio, nel contesto di una virtuosa organizzazione locale.
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