Questo triste, doloroso valzer degli addii sembra non finire mai. Il caro Don Andrea Persavalli è uno degli ultimi che ha lasciato questo mondo, verso orizzonti infiniti...
Insieme a lui tante belle persone, tante buone nonnine. Come la cara signora Letizia Portesi, 99 anni compiuti, un’esistenza vissuta sotto i portici di piazza Zanardelli. I nonni e le nonne sono un tesoro inestimabile. Ci hanno donato amore incondizionato, gentilezza, pazienza, lezioni di vita. I loro occhi hanno visto lo scorrere del tempo, la vita del paese, hanno visto la guerra, la solitudine, la fame, la desolazione, ma anche le lacrime di gioia per la liberazione. Hanno vissuto con dignità una vita incentrata sul lavoro, sui sacrifici, sulle difficoltà superate in vista di un domani migliore. I nonni e le nonne sono una biblioteca vivente, sono il giardino dei nostri ricordi. E anche se cade la neve sopra i loro capelli, la loro bellezza rimane intatta.
Quello che don Andrea aveva scritto al caro Renato Paganelli per il suo funerale, si può benissimo rivolgere a don Andrea…
“Renato ciao, durante la partecipazione alla santa messa dei tuoi funerali, assorto in preghiera, con il volto di Gesù riflesso nella tua vita, mi sono chiesto: dove hai preso Renato, tanta forza, energia, fulgore per compiere opere così meravigliose nella tua vita? Una folgorazione la risposta: la santa messa. Per te e per le tue opere di carità la fonte cui hai attinto a piene mani è stata la Santa Messa: nelle letture meditate, pregate in Gesù eucarestia…Portavi la Santa Messa col cuore di Gesù nelle tue opere di misericordia…
Che incanto la Santa Messa in montagna col volto e la voce di Dio nello splendore del creato, panorama d’incanto, ed è lì dove sono nate Avis e Avulss. Tutti insieme abbiamo dialogato, vissuto. Poi tu ti sei dedicato particolarmente all’Avis, Cecilia all’Avulss. Ma tutti insieme con Gesù eravamo un cuor solo ed un’anima sola nell’amplesso delle vette, incanto splendente dell’amore del Padre… Ed anche l’autoambulanza viaggia sulle nostre strade diffondendo l’amore divino. Le opere di carità devono profumare di Cristo.”
Maria Paola Pasini, che ha perso la cara mamma nella Rsa Cenacolo Elisa Baldo, ha scritto struggenti parole sul “Corriere della sera”, e mi permetto di trascriverne alcune: “…Fino a pochi giorni fa Suor Serafina ripeteva: ‘Il Signore ha tenuto la sua mano sul nostro tetto.’ Poi, forse, si è distratto solo per un attimo e qui tutto è cambiato. Infermiere e operatrici a casa positive ai tamponi, gli ospiti lo stesso. Le più fragili non hanno retto. Patologie pregresse, l’età avanzata, il covid ha picchiato duro. Inesorabile.
Così in questi giorni da lontano ho osservato l’instancabile dedizione delle poche infermiere e operatrici rimaste a fare i doppi turni (non si trova personale per dare un po’ di respiro, ma le autorità sanitarie non possono fare davvero nulla in questi casi?). Ho visto arrivare le bare degli addetti alle pompe funebri, vestiti con tute e visiere come nelle serie televisive di CSI. Ho visto i parenti chiamati a visitare un'ultima volta, per l’ultimo saluto la propria mamma, nonna, sorella. Cinque minuti avvolti nei camici azzurri, le lacrime colare sulle mascherine fp2.
Il dolore ha il rumore del fiume Chiese che scorre, tumultuoso in questi giorni di piena, qui accanto. Vorrei abbracciarle tutte le signore che ho conosciuto qui, le infermiere, le suore, i medici. Vorrei dire loro che passerà, che verrà un nuovo tempo. Non sono certa ma voglio sperarlo. E se qualcuno osa dire che tutto questo è un’invenzione o in fondo “solo un'esagerazione” faccio voto di tirargli il collo con le mie mani.” Grazie, Paola! Mi hai davvero fatto piangere.
E già che ti ho “rubato” le splendide parole, vorrei citare una cosa bellissima, di cui hai parlato sempre sul Corriere. È un progetto meraviglioso, di cui ero venuto a conoscenza parlando con un ragazzo meraviglioso, Andrea Franzoni di Villanuova, nipote del mitico Aldo Arrighi. Aldo è stato una persona eccezionale, innumerevoli sono le iniziative di volontariato nelle quali si è speso per la comunità.
“Dopo el Signur gh’è l’Aldo” diceva un’anziana signora. Ricordo che se ne stava seduto su una panchina, sotto il portichetto di casa sua. Sopra un foglio teneva le date della sua vita, e mi parlava di quando, catturato durante la guerra d’Africa nel 1943, è stato in prigionia in America fino al 1946.
A un anno di distanza dalla sua morte, Andrea voleva rendere omaggio al caro nonno: percorre in bici i vari passaggi della sua prigionia negli USA, più di 6000 km attraverso 11 stati!
Per far questo, ha ricostruito i vari trasferimenti nei campi di prigionia del nonno grazie ai suoi racconti (era bravissimo anche in questo, ne sono testimone!) e grazie alle ricerche negli archivi e ai contatti con vari studiosi, tra cui Laura Ruberto, ricercatrice italo-americana dell’Università di Berkley, che si occupa della ricerca sui prigionieri italiani e tedeschi trasferiti negli Stati Uniti durante la guerra.
Purtroppo è arrivata questa orribile pandemia, ma Andrea ha avuto un’idea geniale: fare lo stesso percorso pedalando sopra i rulli per la bici, collegati ad una app con cui è possibile seguire i tracciati e “sentire” la strada, se è in salita o pianeggiante, grazie alla durezza più o meno intensa dei rulli. Incredibile, vero? Un viaggio vero, rimanendo a casa, accanto al papà Franco (mio coscritto, persona profonda ed ironica) ed alla vulcanica mamma Flora (sorella di Michela) con accanto nonna Liliana, buona come il pane, alla quale mando un grande abbraccio.
Il viaggio di Andrea può essere seguito sia su Instagram (train-long-gone) sia su
Facebook (Train long gone-tribute to Aldo Arrighi).
Un commovente gesto d’amore di un nipote verso il nonno. Mentre Andrea pedala, suda e controlla il percorso sulla app, immagino il buon Aldo che dalle nuvole esclama:
“Che brao niut che ghó! Forsa Andrea, pedala che l’America l’è granda!”
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John
Nelle foto:
1) Don Andrea Persavalli con Vaifro Leni (immagine tratta dal libro di Antonio Abastanotti “Il ciliegio proibito”)
2) La cara signora Letizia tra i figli Erina e Dino
3) Le leggendarie suor Mariangela e suor Serafina accanto al Sindaco Comaglio alla vigilia di Natale dello scorso anno
4) Nonno Aldo accanto al nipote Andrea
Grazie a Maria Paola Pasini e all’amico Luca Lombardi