07 Dicembre 2020, 09.34
Paitone
Arti marziali

Rebecca Chiga in vetta al mondo nel karate

di Franco Tarsi

Originaria di Paitone, lo scorso sabato in Municipio ha ricevuto un riconoscimento per il prestigioso titolo di campionessa del mondo di karate tradizionale


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Pomeriggio, verrebbe da dire con un gioco di parole, “fuori dal comune” quello vissuto sabato nella sala consiliare del Municipio di Paitone, dove il sindaco Alberto Maestri ha consegnato una borsa di studio e un meritatissimo omaggio ad una persona, senza retorica, di chiara eccellenza: Rebecca Chiga.

Rebecca è una sportiva, ma non è probabilmente nota al grande pubblico, perché il suo campo è una sport di nicchia, non ancora inserito nelle discipline olimpiche: il karate tradizionale.

Però i risultati ottenuti in una decina d’anni di pratica l’hanno portata ai massimi livelli possibili, tutti concentrati in sei mesi nel 2019, poco prima che il Covid-19 sconvolgesse il nostro sistema di vita, le nostre abitudini, le tradizioni e soprattutto le nostre sicurezze; e con quelle, nella fattispecie, i modi dello sport.

Ma Rebecca aveva anticipato la pandemia, conquistando al campionato europeo tenutosi a Pitesti, in Romania (13 - 16 giugno) la medaglia d’oro nel kata individuale e le medaglie d’argento nel kata a squadre e nel kumite individuale; classificandosi al primo posto al campionato italiano assoluto di Treviglio (23 giugno), nel kata individuale e nel kumite individuale; ed infine conquistando al campionato mondiale svoltosi a Curitiba, in Brasile (2 - 8 dicembre), le medaglie d’oro nel kumite individuale e nel fukugo e le medaglie d’argento nel kata a squadre e nel kumite a squadre.

Ora Rebecca è maggiorenne: ha compiuto diciotto anni il 7 ottobre scorso. Ma quando è nata - racconta la mamma Luisella, presente, col marito Fernando e la figlia maggiore Francesca, alla cerimonia di premiazione (e soprattutto di festeggiamento da parte dell’Amministrazione comunale) - “era uno scricciolino di 2 chili e mezzo” e non lasciava certo sospettare dove sarebbe arrivata nello sport, cioè in un’attività dove il fisico conta parecchio.

Un paio di segni, però, visti a posteriori, potevano costituire un indizio: la velocità con la quale era venuta al mondo (“come un siluro”) e - ricorda il papà Fernando - il terremoto che era, fortunatamente solo da sveglia. Due caratteristiche che col crescere non potevano non esprimersi in un’attività sportiva; la scelta del karate - spiegano i genitori - non è stata un'imposizione, ma una proposta fra altre discipline, accettata, provata e poi confermata da Rebecca (che avrebbe anche voluto fare calcio e vela, fortunatamente scartate).

Lo sport, come mezzo per avere regole certe nella vita, quindi non è mai stato contrastato dai genitori ma, anzi, sempre sostenuto e Rebecca ha approfittato appieno dell’appoggio familiare fin dalle prime gare, a sette anni, sempre incoraggiata anche negli sbandamenti psicologici, nei momenti di paura (“le gambe mi tremano ancora adesso prima di ogni gara”- ammette Rebecca) e negli attimi di disorientamento, che avrebbero potuto portarla verso discipline meno pesanti. “Noi per i figli - dice papà Fernando - ci siamo annullati”. Ma il senso non è deteriore: al di là dei fraintendimenti, significa semplicemente che per i figli i genitori hanno fatto tutto il possibile. “L’amore per i nostri figli c’è sempre - insiste Luisella - a prescindere dai risultati”.

Con genitori così la vita è più facile e l’impronta di un’educazione discreta si vede, perché Rebecca oltre che nello sport eccelle anche nella scuola (ora è a in quinta liceo scientifico a Brescia, mentre la sorella Francesca è al secondo anno di antropologia, forse con un occhio alla criminologia), con ottimi rapporti interpersonali, segnatamente coi compagni di disciplina, coi quali si è istituito un fecondo rapporto, emotivo e di partecipazione, di grande aiuto nelle gare.

Un ottimo rapporto che mantiene anche verso se stessa (e questo non è affatto scontato): “Sono molto contenta di me”. Rebecca non sa quanto andrà avanti con la pratica sportiva, forse fino ai 28 - 30 anni, “dopo di che si dà la propria esperienza agli altri”.

Intanto continua a frequentare la scuola di karate Munen di Toscolano Maderno, sotto la guida del maestro Emilio Contarelli. Aspettiamo la fine del mostro Covid-19 e il ritorno alla normalità, per rivedere in azione la nostra giovane bandiera sportiva di Paitone, naturalmente ai massimi livelli. Per ora, Rebecca, grazie per quello che ci hai dato. E, perché no, anche insegnato.




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