Nel silenzio

Era reduce da tre operazioni al femore, le ultime due per rimediare ai danni prodotti dalla prima.
Le anestesie ripetute, le degenze in terapia intensiva l'avevano prostrata. La vedevo silenziosa, lei di solito così socievole, senza interesse per ciò che circondava.
Temevo, data l'età avanzata, per la sua tenuta mentale. Dopo tre giorni dal ricovero, mi informarono che la struttura avrebbe chiuso ai parenti per prevenire il contagio da Coronavirus.

Durante quell'ultima visita stavo seduta accanto alla sua carrozzina, cercando di rallegrarla, quando lei improvvisamente ruppe il suo silenzio e si rivolse a me con una voce sottile e tremula che non le conoscevo:

"Vedi quell'uomo seduto sulla sedia a rotelle, vicino al tavolo?"

Mi girai e vidi nella saletta un vecchio con lo sguardo perso nel vuoto, il viso e le braccia colpite da un tremolio incessante.

"Quell'uomo è un grande baritono."

Le sorrisi, ormai rassegnata ad accettare il suo declino mentale.

"Vieni, avviciniamoci a lui!"

Mi sollecitava e io le ubbidii per farla contenta, pronta a sdrammatizzare eventuali situazioni incresciose.

"Questa è mia figlia", mi presentò, "potrebbe cantare anche per lei quel passaggio così toccante?"
Sì, "toccante" disse.

Conoscendo la passione di mia madre per la musica lirica, pensai a un momento di delirio postoperatorio. Avrei voluto sprofondare. Mi guardai attorno frettolosamente per controllare la reazione degli astanti, che scoprii del tutto assorti nei fatti loro.
Di colpo l'uomo, pur mantenendo lo sguardo fisso nel vuoto, emise, come se qualcuno avesse premuto un tasto sul suo corpo, una voce pulita, sicura che si innalzava in un crescendo armonioso, come incisa su disco.

Cantò solo per qualche minuto, ma dimenticai il suo tremore imbarazzante, il suo sguardo perso nel vuoto e mi immersi nella bellezza.
Sembrava che dalla sua bocca fosse sbocciato un fiore meraviglioso, reso eterno dall'armonia.

"Quando starò meglio le prometto che le canterò un brano bellissimo."
Farfugliò come rivolgendosi ad entrambe.

Non lo vidi più, non ci  sarebbero state più visite. Non so se anche lui, come la mamma, fu contagiato dal Covid, non so se sia anche lui sopravvissuto.
Potrebbe essere morto, ma spero proprio di no. Spero che sia vivo e che possa cantare ancora per lei, tenendole compagnia con la bellezza.

22 novembre 2020

La mamma è rimasta in RSA. Dal reparto "cure intermedie" è scesa al reparto "Sole" e lì dovrà restare: la sua riabilitazione motoria a causa del Covid non ha dato i frutti sperati.
Il baritono e altri pazienti conosciuti non ci sono più.

Adesso gli ospiti non possono ricevere i parenti e sono relegati nelle loro camere, a causa del contagio.
Guardano la tv.
Ma lei non resiste ed esce nel salone comune vuoto: la sua unica consolazione è andare su e giù con la carrozzina.

Chiara Barbieri

.l'immagine è di repertorio