20 Novembre 2020, 08.00
Gavardo Prevalle Muscoline Garda
Depuratore del Garda

«La politica bresciana deve trovare la soluzione»

di Redazione

I sindaci di Gavardo, Prevalle, Muscoline e Montichiari scrivono ai segretari di partito, ai parlamentari e ai sindaci bresciani perché si discuta della questione e si facciano scelte senza demandare ai tecnici


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È l’ennesimo appello che i sindaci impegnati nella battaglia contro il progetto, privo di ogni logica, di costruire due depuratori per i comuni gardesani sulle sponde del Chiese, a Gavardo e Montichiari, rivolgono alla politica bresciana affinchè trovi una soluzione logica alla questione della depurazione delle fogne dei comuni gardesani.

Riportiamo integralmente la lettera scritta dai sindaci di Gavardo Davide Comaglio, Prevalle Damiano Giustacchini, Muscoline Giovanni Benedetti e Montichiari Marco Togni e inviata al presidente della Provinicia, ai segretari di partito, ai parlamentari e ai sindaci bresciani sul progetto del “depuratore del Garda”.

È consuetudine o, per meglio dire, è una prassi che oramai si è consolidata nel tempo, che i depuratori consortili o che raggruppino il sistema idrico integrato della Provincia di Brescia, siano costruiti nei territori afferenti ai comuni interessati e gli scarichi delle acque depurate siano sempre diretti nei bacini imbriferi riguardanti le stesse località. La realizzazione di tali depuratori sovracomunali è stata oggetto di percorsi ed iter dettati dalla logica e, quindi, integrati nell’orografia del territorio, in condizioni che si possono definire di normalità.

Dal 2018, appena giunta la notizia della localizzazione del così detto “Depuratore del Garda”, alcuni sindaci hanno avviato una ricerca volta a comprendere le motivazioni, le decisioni e le scelte che stanno alla base di suddetta individuazione.

Dopo oltre due anni di ricerche, discussioni, conferenze, incontri, ad oggi nessuno ha fornito le risposte agli interrogativi primari sulle localizzazioni: chi ha preso tali decisioni? Per quale motivo le decisioni hanno preso quell’indirizzo? Su quale base è scaturita tale decisione? L’ultima riunione organizzata dal Presidente della Conferenza dei Comuni del servizio idrico integrato ha solo permesso ad un nutrito gruppo di sindaci (poco più di ¼ dei componenti l’assemblea) di scambiarsi opinioni ed interrogativi, ma nemmeno in tale conferenza sono stati chiariti i motivi per i quali “proprio quelle localizzazioni” siano state proposte per lo studio realizzato dal Prof. Bertanza.

I sindaci che in questo periodo si sono impegnati per capire, hanno avuto almeno l’onere di portare all’evidenza di tutti le problematiche ambientali e non solo, che, nel corso del tempo, sono emerse e, così e parso, che nessuno prima d’ora conosceva. È quindi andata crescendo, in molti sindaci, la consapevolezza di non sapere e la convinzione di voler conoscere le motivazioni per le quali “qualcuno” avesse deciso in tal senso.

I tentativi di portare ai vari tavoli istituzionali ed anche in Consiglio Provinciale le discussioni sui depuratori del Garda, sono sempre purtroppo naufragate di fronte ai dinieghi opposti.

L’imposizione sulle localizzazioni ed il mancato confronto con i territori, ha pian piano prodotto la percezione e la cognizione che dei depuratori del Garda, si debba parlare e che l’argomento debba essere trattato sui tavoli della politica. Nessuno, ora che il tempo stringe, può permettersi di non trovare il tempo per discuterne e per trovare una soluzione, senza demandare ai tecnici la scelta.

È quindi giunto il momento, non più indifferibile, che la politica bresciana inizi a prendere coscienza di ciò con l’obbligo di tradurre in atti la soluzione del problema.

Stabilire delle linee di indirizzo e gestire le scelte spetta alla politica e non ai tavoli tecnici.

La discussione di un così delicato argomento deve portare tutti ad esporre liberamente le proprie idee e che da queste possa nascere un comune indirizzo verso il quale affrontare i prossimi passaggi.

La scelta delle localizzazioni di un così imponente progetto di depurazione sovracomunale non può essere dettata dall’anomala applicazione di un criterio sconosciuto che sino ad oggi non è mai stato valutato, ma deve diventare, come per tutti i depuratori sovracomunali, l’esito di un percorso naturale maturato a seguito della più ampia condivisione.

Ciò che abbiamo sempre ribadito nei nostri interventi è che le scelte vengano fatte ai tavoli deputati e che la politica si assuma le responsabilità senza delegare ad altri le proprie prerogative e per tale motivo chiediamo a tutti coloro che in questo momento ricoprono incarichi istituzionali di prendere parte alla discussione e fornire le proprie osservazioni o indicazioni.



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