In ricordo di Vitale Dusi

Vitale Dusi se ne è andato in questo periodo storico di pandemia, che ci obbliga ad avere contatti e relazioni rarefatte e a non poter condividere ricordi significativi. Ho sentito, quindi, l'impellenza di affidare ad uno scritto pubblico il mio modesto ricordo del signor Dusi.

L'ho conosciuto quando, con don Daniele Venturini, stava rielaborando dati, scritti, documenti frutto di ricerche storiche di anni precedenti, che avrebbero portato all'edizione del corposo volume "Roè Volciano nella storia".

Non era uno storico di professione, come sempre lui affermava, ma un appassionato di storia, di ricerca storica, in particolare di quella locale, del suo paese a cui era legato da un rapporto, oserei dire, simbiotico.

Il suo rapporto, quasi fraterno, con don Daniele Venturini, risaliva agli anni della gioventù, quando nel 1948 il sacerdote era giunto a San Pietro in veste di curato.

Entrambi innamorati di questo luogo coltivarono, successivamente, l'idea che il racconto storico permettesse di ritrovare, con il gusto dei ricordi e il filo degli avvenimenti nei quali il nostro presente è immerso, l'intreccio di una trama che ci riguarda personalmente e come comunità. Al passato ci si rivolge per avere insegnamenti e costruire speranza nel futuro.

Io ebbi l'onore di essere invitata e coinvolta in questo studio di riordino e ricerca di dati che, per me, divenne arricchimento e conoscenza, che mi permette tuttora di essere orgogliosa di questo paese.

Ricordo quando nel 1993, ogni sabato, di buon mattino, ci incontravamo nella sala della Canonica di Prandaglio, parrocchia dove don Daniele esercitava la sua azione sacerdotale nei fine settimana, per procedere nel lavoro di ricostruzione storica, confrontando i piccoli passi fatti nei giorni precedenti. Entrambi avevano fretta di riordinare i dati, perchè il tempo incombeva e non volevano che si perdesse l'enorme bagaglio di conoscenze già raccolte negli anni precedenti.

Trascorsi pochi anni dalla pubblicazione (1994), don Daniele ci lasciò, ma il signor Dusi continuò imperterrito le sue ricerche fino alla pubblicazione nel 2010 di "Roè Volciano. Le antiche strade. I personaggi". Offrì sempre la sua fattiva collaborazione alla parrocchia di San Pietro e alla redazione del Bollettino Parrocchiale.

Ciascuno di noi sapeva di potersi rivolgere a lui soddisfacendo interrogativi e verificando la veridicità di conoscenze incerte o affrettate. Gli archivi parrocchiali erano il suo strumento di lavoro, così come quello della Magnifica Patria di Salò, che abitualmente frequentava.

La passione storica incrociava quella ambientale: era componente del direttivo Associazione Tartufai Bresciani e fu promotore, oltre che sperimentatore, nei suoi terreni di una specie di tartufo particolare.

E' stato, quindi, una nobile e poliedrica presenza ricca di interessi culturali sul nostro territorio che non può passare sotto silenzio, perchè le sue pubblicazioni rappresentano uno strumento prezioso per la "lettura" del passato, ma anche uno stimolo per riflettere sul presente e per "immaginare" il futuro in linea con una tradizione umana, civile, religiosa e culturale significativa.

Mai come oggi si assiste ad una analisi della vita come una serie di episodi senza collegamenti, di giudizi sui dettagli dell'oggi, sorvolando sui perchè del passato e ipotizzando futuri possibili.

Alessandro Manzoni nell'ode "Il 5 maggio" celebrando le imprese di Napoleone, sospende il giudizio esprimendosi così: "...ai posteri l'ardua sentenza".  Ma sentenza non può formularsi se non affonda le radici nella conoscenza dell'agire umano, analizzato con rigore metodologico.

L'auspicio si concretizza nella speranza che l'istituzione, i cittadini e la comunità tutta considerino i riferimenti storici, agevolino la conoscenza e non permettano la caduta nell'oblio di coloro che hanno contribuito a lasciare tracce concrete dell'operare umano.              

Maria Elisa Delai

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Vedi anche