18 Ottobre 2020, 06.41
Gavardo
Blog - Maestro John

La piazza del Comune

di Maestro John

Ogni Comune ha la propria piazza. Dal ‘grattacielo’ dove abitavo potevo vedere sia piazza Zanardelli sia la piazza del Comune, ossia piazza Marconi, dedicata al celebre inventore e premio Nobel per la fisica...


...Avevo la fortuna di vedere anche il ponte sul Naviglio e sul Chiese (ah, il Chiese!).

Quand’ero giovane (altro secolo, altro millennio) mi recavo spesso a trovare il mio grande amico Paolo Goffi, che abitava con mamma Anna Devoti (cugina della moglie del fotografo Buccella) ed il caro papà Arturo, proprio accanto all’Albergo Braga. C’era il semaforo, e non essendoci la ‘tangenziale’, in certi orari si formavano code di auto fino alla curva del Budellone. Era un andirivieni di corriere, da Brescia verso Salò e viceversa, sul lato di piazza Zanardelli.

Attraversavo la piazza con al centro il Municipio, dove c’era sempre un gran via vai di persone: sindaco, consiglieri, gente che si recava all’Anagrafe o dai vigili urbani. Entravano ed uscivano dal portone, spesso fermandosi a discutere animatamente, ai piedi del grande tiglio.
Sul balcone era esposta la bandiera tricolore (ora affiancata a quella d’Europa, con un cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu). Accanto c’era la cabina telefonica, a gettoni.

Da ricordare che, dopo il bombardamento del 29 gennaio 1945 che causò 52 vittime e trasformò il centro storico in una montagna di macerie, il fabbricato del Municipio fu ricostruito.

A fianco del Comune c’era un edificio che ha avuto molte variazioni d’uso.
Prima c’era la Scuola di Avviamento Professionale, dove i ragazzi dagli 11 ai 14 anni, dopo aver conseguito la licenza elementare, ottenevano una formazione verso il mondo del lavoro o verso le scuole professionali e tecniche.
Si tenevano lezioni di falegnameria e meccanica pratica, e per le ragazze c’erano lezioni di cucito e arte culinaria, che si svolgevano all’ultimo piano dell’edificio.

Con la riforma della Scuola Media, la scuola di Avviamento al lavoro è stata abolita (un grave errore, a mio avviso).
I locali sono stati utilizzati come sede di Associazioni culturali, quali l’illustre coro “La Faita”. Le aule furono utilizzate per un periodo dagli alunni della classe 1970 delle Scuole elementari, che erano così numerosi da non trovare locali nella vecchia scuola in Via Fossa.

Ricordo perfettamente che lì accanto, prima di essere trasferita all’ex Albergo Braga, c’era la Biblioteca Comunale, con il maestro Piero Simoni a far da Assistente (incarico assunto per vent’anni, fino al 1986). 
Ricordo le sue battute salaci quando ero nella Commissione della Biblioteca, dove con l’amico Mauro Abastanotti, il caro Cesare Goffi, Sergio Bertoloni ed altri, abbiamo stilato il nuovo regolamento e organizzato varie iniziative culturali.

In fondo a Piazza Marconi c’era il mio dentista, dottor Valeriano Derelli.
Accanto, il negozio Caccia e pesca del signor Braga, che faceva angolo con Via Quarena ed esponeva in vetrina canne da pesca, tute mimetiche e fucili da caccia.

Oltre la strada, il leggendario Albergo Braga, dove si svolgevano feste danzanti e banchetti nuziali. Lì hanno festeggiato il matrimonio mio cognato Giovanni con Valeria e l’amico Vittorio Zanetti con Ivana Grumi.
Ora, con la ristrutturazione, oltre il portone c’è l’Auditorium Cecilia Zane, dedicato ad una persona davvero meravigliosa.

Figlia del maestro Angelo Zane e di Rita Ferretti (sorella del mitico ‘monsignùr’,  consigliera comunale dal 1945 al 1956, presidente dell’Ente Comunale Assistenza), Cecilia entrò nel Consiglio Comunale nel 1985, fu assessore supplente ai servizi sociali, si dedicò al servizio della comunità, specialmente verso le persone bisognose. Era amante della montagna e socia del CAI.  Presidente dell’Azione Cattolica, si impegnatò nel volontariato: nell’Avis, nell’Oari-Avulss, nel Comitato per la terza Età, nella Caritas. Cecilia Zane è un esempio luminoso per tutti.
Nell’auditorium si svolgono assemblee, mostre, cineforum e spettacoli teatrali (ho recitato spettacoli per bambini con il mio amico Alessio Savoldi).

Sopra l’abitazione del mio amico Paolo (ora sacerdote a Rezzato) alla finestra vedevo la nonna, che osservava il via vai della piazza.
Accanto alla sua abitazione, c’era il negozio della mamma del Buccella, la Devoti, che vendeva i tessuti. Poi è subentrata la drogheria gestita dalla Santina Massolini, quindi il Pronto Cucina del Bertuzzi Vincenzo (nipote di don Erminio).
Adesso c’è il locale ‘Pizze in teglia Bella e Buona’ con accanto ‘Phone Service riparazioni cellulari e PC’.

A destra c’era il negozio di tessuti della mamma del dottor Gianni Filippini (il papà Umberto svolgeva il lavoro di sarto). Quindi c’era la salumeria Bagnalasta, accanto al mobilificio Anzani. Successivamente è stata la volta del negozio di arredamenti del Bertuetti Doriddo, ora c’è  ‘Davvero Casa soluzioni immobiliari’.

In via Carera il caro Doriddo  aprì una falegnameria con i suoi due figli Angelo e Giorgio.
Di fronte c’era la bottega del maniscalco Bepi Musesti e il leggendario locale ‘Tre chiavi’ dell’indimenticato Giacomo Tagliani (si gustava anche un’ottima pizza). Lì vicino abitava il mio amico Antonio Facchetti (che poi sposerà la Iside Ferretti).
Sempre in Via Carera macellavano gli animali per la Macelleria Bettini.

Seguono i portici (sovrastati da una bella, classica loggetta). Ora ci sono i locali ‘Ahmed Pizza & Kebab’ e una sala giochi ‘American bar’.
Un tempo c’era un negozio di fotografie: il primo proprietario si chiamava Cappa Piero, dopo un paio d’anni è subentrato il nipote Fedeli Luigi. È stato rimpiazzato dal locale della signora Bertuetti, che con la figlia vendeva le scarpe (abitavano sul terrazzo sopra e le vedevamo quando innaffiavano i fiori).
Quindi c’era un ufficio dove la simpatica Silvana, sorella della cara suor Liliana Rivetta, vendeva i biglietti e gli abbonamenti della SIA nel 1962.

A seguire la storica macelleria Bettini, con i fratelli Attilio e Giampiero, fra le più vecchie botteghe del paese.
Poi si è stabilita al posto della cartoleria del valente pittore Silvio Venturelli (prima c’era quella della signora Rizzi, mamma di Vittorio) e adesso si chiama Antica Macelleria Bettini di Giovanetti Francesco.
Quando i due fratelli sono andati in pensione, hanno lasciato l’attività al ragazzo che, subito dopo la scuola dell’obbligo, aveva cominciato a lavorare nella loro macelleria. Il simpatico Francesco (che nel tempo libero ama camminare e viaggiare in moto) continua la tradizione lavorando con passione ed impegno insieme alla moglie Marisa Ceravolo.

Adesso è tristemente chiuso, ma un tempo c‘era il Bar Italia, gestito prima dal signor Leggerini detto “Mago”, poi dalla signora Gemma insieme al marito, il baffuto Giovanni Cantoni.

Al piano terra del ‘grattacielo’ c’era il negozio di scarpe di mio papà (con mia zia Giulia che sapeva a memoria i numeri di scarpe dei clienti). Dopo il portone d’ingresso, ecco la Farmacia del dottor Guido Franchi (dove era sempre presente la signorina Bianca Simoni). Accanto c’era il negozio di elettrodomestici di Andrea Amici (poi subentrerà il signor Casari) e infine la tabaccheria del signor Bruno Datteri con la moglie Silvana.

In piazza Marconi si svolgeva il mercato del mercoledì e c’erano le giostre della fiera di maggio.
C’era una cosa fantastica, davanti all’Albergo Braga: il giro della morte svolto da centauri in tuta di pelle, due uomini e due avvenenti ragazze, che si presentavano al pubblico sollevando le braccia e suscitando stupore e meraviglia.

La piazza del Comune era ed è il centro della vita civile del paese.
Da lì partono i cortei per il 25 aprile, per il Primo Maggio, per il 2 giugno, per le varie manifestazioni militari, sportive e culturali. E poi ci sono i discorsi delle autorità, al suono della banda.
Prima di questo infausto Covid c’erano spettacoli all’aperto, la gente accorreva, segno che c’è sempre bisogno di cultura e di socialità.

Ma non posso concludere senza ricordare due persone che ci hanno lasciato in questi giorni: Nadia Tebaldini in Grumi, che con la sorella Ilde ha gestito il mitico Bar-Ristorante Acli.
E Mina Grazioli, che ha collaborato alle attività dell’ACR e del catechismo. Ai familiari vadano le mie più sincere condoglianze.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John

Un grazie particolare a Silvana Rivetta, Antonio Abastanotti e Vittorio Zanetti.

Nelle foto:
1) Piazza Marconi in cartolina
2) Il sindaco Gabriele Avanzi con il ministro Donat Cattin ed altre autorità
3) Il parroco mons. Italo davanti al Municipio, nella Festa dei SS Patroni, durante la Processione (senza popolo) nel lockdown (foto dell’amico Antenore Taraborelli, che sabato 31 ottobre alle ore 17 presenterà il nuovo libro presso il cortile del Museo)
4) Mina Grazioli con Cesare Polvara (futuro sacerdote), don Eugenio ed altri amici (c’è anche la cara Mariangela)





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